Quando Square Enix annunciò il progetto di rifare Final Fantasy VII, le aspettative erano altissime e il timore di deludere i fan immense. Con Final Fantasy VII Remake e ora Final Fantasy VII Rebirth, abbiamo due capitoli di questa saga moderna che, pur condividendo il DNA dell’originale, offrono esperienze distinte e profondamente evolute. Questo confronto mira a esplorare come Rebirth ha costruito sulle fondamenta di Remake, spingendo i confini del remake stesso.
1. La Scala e l’Ambizione: Da Midgar al Mondo Esterno
La differenza più evidente tra i due giochi risiede nella loro scala geografica e di gameplay.
- Final Fantasy VII Remake ci ha immersi interamente nella tentacolare metropoli di Midgar. L’esperienza era fortemente lineare, con corridoi elaborati e sezioni semi-aperte che servivano a esplorare i vari settori. Questo approccio ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi sulla densità narrativa e sui dettagli visivi di ogni angolo della città.
- Final Fantasy VII Rebirth spalanca le porte al mondo esterno. Abbandoniamo Midgar per esplorare vastissime “zone aperte” (come Grasslands, Junon Area, Corel Region, ecc.), ricche di segreti, missioni secondarie, creature da cacciare e mini-giochi. Questa transizione è un balzo enorme nell’ambizione, replicando la sensazione di libertà che il mondo originale infondeva, ma con un livello di dettaglio e interattività impensabile nel 1997.
2. Narrativa e Trama: Fedeltà, Destino e Divergenza
Entrambi i titoli navigano il delicato equilibrio tra nostalgia e innovazione, ma con approcci diversi al filone narrativo:
- Remake si è presentato come un “remake con una differenza”. Sebbene seguisse fedelmente gli eventi di Midgar per gran parte della sua durata, l’introduzione dei Sussurri (Whispers) e la loro manipolazione del destino hanno suggerito una rottura con la trama originale, culminando in un finale ambiguo e che ha diviso i fan. L’obiettivo era chiaramente quello di porre le basi per una storia che potesse sorprendere anche i veterani.
- Rebirth abbraccia pienamente questa divergenza. Non è più solo un “remake”, ma un sequel/reimagining che esplora le conseguenze delle azioni del gruppo contro i Sussurri nel finale di Remake. La trama si snoda attraverso eventi iconici (come Junon, Gold Saucer, Nibelheim flashback), ma con aggiunte significative, personaggi che agiscono in modo diverso, e colpi di scena che rimettono in discussione la stessa linea temporale e la natura della realtà. Il finale di Rebirth è ancora più criptico e audace, lasciando i giocatori con più domande che risposte, e la consapevolezza che il futuro di Cloud e compagnia è tutt’altro che predeterminato.
3. Sistema di Combattimento e Gameplay: Raffinamento ed Espansione
Il cuore dell’azione in entrambi i giochi è un ibrido tra ATB (Active Time Battle) strategico e combattimento d’azione in tempo reale.
- Remake ha introdotto questo sistema, permettendo di passare tra i personaggi in battaglia e usare le abilità ATB. Era già profondo e appagante.
- Rebirth lo ha raffinato e arricchito. L’aggiunta delle Abilità Sinergiche (Synergy Abilities), potenti attacchi combinati tra due personaggi che si sbloccano man mano che si rafforzano i legami, aggiunge un ulteriore strato di strategia e spettacolarità. La presenza di un numero maggiore di personaggi giocabili, ciascuno con il proprio stile unico e set di armi/abilità, offre una varietà tattica incredibile. Nuove Materia, equipaggiamenti e un sistema di progressione più articolato contribuiscono a rendere il combat system di Rebirth ancora più dinamico e profondo.
4. Esplorazione e Contenuti Aggiuntivi: Da Corridori a Mondi da Scoprire
Questo è l’aspetto in cui Rebirth si distacca maggiormente:
- Remake era un’esperienza lineare, con qualche deviazione per missioni secondarie o aree nascoste. L’esplorazione era limitata dai confini di Midgar.
- Rebirth introduce le vaste zone aperte, invogliando all’esplorazione con veicoli (Chocobo, Buggy), punti di interesse da scoprire, torri radio da attivare per rivelare la mappa, e una miriade di attività secondarie. Da cacce a mostri, a mini-giochi elaborati (Queen’s Blood, il Gold Saucer con le sue infinite distrazioni), a missioni che approfondiscono la lore e i personaggi, Rebirth è stracolmo di contenuti. Questo può portare a un ritmo di gioco più diluito rispetto all’intensità di Remake, ma offre una libertà e una ricchezza di esperienze senza precedenti per la saga.
5. Grafica e Direzione Artistica: Evoluzione della Bellezza
Entrambi i giochi sono visivamente sbalorditivi, spingendo i limiti grafici delle console su cui sono stati lanciati.
- Remake ha mostrato una cura maniacale per i dettagli all’interno degli ambienti chiusi e lineari di Midgar, con effetti di luce e texture di altissimo livello.
- Rebirth non solo mantiene quel livello di dettaglio per gli ambienti più piccoli, ma lo estende a scenari vastissimi e diversificati. Le città, le foreste, le spiagge, le montagne sono rese con una maestria incredibile, spesso superando il suo predecessore nella vastità e nella varietà visiva. I modelli dei personaggi sono ulteriormente rifiniti e le animazioni facciali sono eccezionali.
6. Personaggi e Interazioni: Il Cuore della Storia
Se Remake ha riaffermato i legami all’interno del gruppo principale, Rebirth li approfondisce enormemente.
- Remake si è concentrato principalmente su Cloud, Tifa, Aerith e Barret.
- Rebirth espande il roster di personaggi giocabili e non, offrendo una miriade di interazioni, scene d’intermezzo e dialoghi che rafforzano i legami. Il sistema di “livello di affinità” con i vari membri del party aggiunge uno strato di personalizzazione e incide su alcune scene chiave, rendendo ogni playthrough potenzialmente unico.
Conclusioni: Due Anime dello Stesso Sogno
Final Fantasy VII Remake è stato un prologo potente e introspettivo, una reintroduzione al mondo di Gaia attraverso gli occhi di Midgar, con un focus sulla trama e una prima, audace deviazione dal percorso conosciuto. Ha brillato nella sua intensità e nella profondità dei suoi personaggi principali.
Final Fantasy VII Rebirth è l’espansione monumentale, il vero banco di prova dell’ambizione di Square Enix. Ha aperto il mondo, ha moltiplicato le possibilità di gameplay, ha raffinato il sistema di combattimento e, soprattutto, ha osato spingere la narrativa in direzioni inaspettate e coraggiose. È un gioco che chiede al giocatore di abbracciare l’incertezza e la meraviglia di una storia che non è più solo un ricordo, ma un futuro tutto da scrivere.
Entrambi sono capolavori a modo loro, ma Rebirth si distingue per la sua audacia, la sua scala e la sua capacità di offrire un’esperienza ricca e diversificata che onora il passato mentre si lancia con forza verso un futuro imprevedibile per la saga di Final Fantasy VII.