Newsletter
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

I videogiochi in realtà virtuale si stanno prendendo una bella fetta di mercato in tutto in mondo. Dati che fanno ben pensare per il futuro, e questo i ragazzi di Bethesda sembrano saperlo molto bene: dopo il buon risultato ottenuto con l’adattamento di The Elder Scrolls V: Skyrim, infatti, ecco che dalla collaborazione con Id Software vediamo nascere il loro primo titolo studiato e sviluppato per sfruttare la tecnologia degli ormai noti visori: Doom VFR.

La versione originale di Doom risale a più di vent’anni fa, le vecchie generazioni lo ricorderanno sicuramente, allora il gioco venne considerato così innovativo da essere usato come metro di valutazione di tutti gli FPS a venire. Risale invece solo al 2016 l’ultimo capitolo, pubblicato con tecnologia e stili ovviamente molto più avanzati. L’unico passo in avanti ancora da fare era quello di riuscire a creare qualcosa che permettesse al giocatore di percepire l’adrenalina e la freneticità del gioco al 100% e, con Doom VFR, questo ultimo step è stato raggiunto: il giocatore si ritrova letteralmente circondato da demoni che attaccano da ogni direzione, senza pietà e senza sosta.

Doom VFR

Doom VFR, almeno strutturalmente, riprende ciò che si era fatto con l’ultimo capitolo del 2016, cambiandone però trama e protagonista e adattando il tutto alla realtà virtuale: sono presenti infatti le stesse armi con le relative stazioni per migliorarle, le stazioni di potenziamento del personaggio, i vari power-up, i medesimi nemici e pressoché le stesse ambientazioni. Partiremo, anche questa volta, da una stazione spaziale su Marte infestata di nemici su cui saremo l’unica persona rimasta in vita, per poi spostarci negli inferi alla ricerca di un demone scomparso.

Il primo lato negativo di Doom VFR ci si presenta appena avviato il gioco: un tutorial piuttosto scarno che si limita a indicarci le basi del gioco senza però approfondire alcuni importanti lati del gameplay – come ad esempio i vari power-up – a cui forse sarebbe dovuto essere dedicato per lo meno uno specchietto informativo; dettaglio però trascurabile dal momento che con l’avanzare del gioco ci renderemo conto comunque degli effetti dei potenziamenti temporanei che è possibile utilizzare.

Doom VFR

Se di primo acchito il sistema di movimento affidato al teletrasporto non convince facendoci pensare che con una modalità movimento libero ci saremmo trovati meglio, una volta presa la dovuta confidenza con i PlayStation Move ci renderemo conto che non solo questa scelta riduce notevolmente il motion sickness causato dai caschetti, ma rende ancor più frenetiche le battaglie grazie anche a un sistema di puntamento sufficientemente preciso, per non parlare poi della soddisfazione di veder esplodere un nemico stordito perchè gli attraversiamo il corpo in una frazione di secondo. Tuttavia è giusto rendere noto che si può giocare anche con un aim controller o un joystick e optare per la modalità di movimento classica a cui tutti siamo abituati.

Il combat system di Doom VFR giocato con i PlayStation Move è tanto semplice quanto soddisfacente: con la mano destra abbiamo accesso alla ruota delle armi e al grilletto, mentre useremo la mano sinistra quasi unicamente per lanciare bombe a mano o per spararle una volta trovato il lanciagranate.

Doom VFR

Da un gioco sviluppato appositamente per la realtà virtuale ci saremmo però aspettati di più per quanto riguarda la longevità: seppure Doom VFR meriti almeno una seconda run per godersi i diversi livelli di difficoltà e i collezionabili proposti, dopo tre o quattro ore di gioco avrete già sicuramente raggiunto per la prima volta i titoli di coda.

In compenso però Id Software e Bethesda escono sul mercato con un gioco dal comparto tecnico quasi perfetto: localizzazione italiana completa, colonne sonore appropriate ed effetti audio da brivido sono la torta sotto una ciliegina rappresentata dal framerate quasi sempre costante e di livello; tuttavia, andando a cercare il pelo nell’uovo notiamo che, forse complice il limite hardware di PlayStation VR, le immagini in lontananza non appaiono sempre nitide e perdono di definizione.

Doom VFR

Doom VFR si presenta, è il caso di dire violentemente e prepotentemente, come uno dei migliori giochi attualmente disponibili per PlayStation VR e, nonostante qualche difetto, risulta un’esperienza letteralmente da brivido: ancora una volta Bethesda e Id Software non deludono le aspettative immergendoci letteralmente all’inferno.

Flag Counter