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(AGI) – Lhokseumawe (Indonesia), 15 mag. – La tragedia dei migranti in fuga dai loro Paesi di origine nel sud-est asiatico vede una gestione diversa, a tratti spietata, rispetto a quella, seppur talvolta censurabile, cui siamo abituati in Italia. Gestione che secondo le organizzazione umanitarie potrebbe portare a tragedia di proporzioni epiche. Secondo l’Alto commissiariato Onu per i rifugiati (Unhcr) almeno 25.000 persone sono scappate a bordo di barconi malconci dal Bangladesh e dal Myanmar solo nei primi tre mesi del 2015. Lo stesso numero registrato in tutto il 2014. Sono giorni, ormai, che migliaia di bengalesi e birmani della minoranza musulmana e perseguitata Rohinga, sono letteralmente rimpallati tra le autorita’ di Indonesia, Thailandia, Myanmar, Bangladesh. Questi Stati, tra gli altri, sembrano fare a gara tra chi rifornisce di carburante, cibo ed acqua le imbarcazioni con il loro carcio umano e a patto che non entrino nelle loro acque internazionali. Anzi. Vengono di proposito trainate a larg e dirette verso i Paesi confinanti. L’ultimo episodio riferisce di 712 che le autorita’ indonesiane sono stati cvostretti ad accogliere – per ora – perche la barca a bordo della quale si troavvano e’ affondata e sonso stati generosamente tratti in salvo dai pescatori indonesiani a largo di Aceh. Salvati, peraltro, dopo che erano stati respinti dalla marina malese, ha riferito un agente della polizia indonesiana della citta’ di Langsa. Un’altra barca con 400 a bordo e’ stata respinta dalla marina thailandese – evento non osttaciuto ma confermato ufficialmente da Bangkok – che l’ha ha rimorchiata a largo e che sarebbe ora diretto verso l’arcipelago indonesiano. Ma la Marina di Giacarta e’ gia’ pronta ad intercettarla per impedire che l’imbarcazione entri nelle sue acque territoriali. Anche le navi della marina malese hanno fatto la loro parte nel respingere le navi dei disperati: solo mercoledi’ ne hanno respinto almeno due a nord delle isole di Penang e Langkawi. Le speranze che i Paesi dell’area si coordino nello sforzo per salvare i disperasti in mare sono riposte in una riunione in programma il 29 maggio. Summit cui parteciperanno rappresentanti di Australia, Indonesia, Malaysia, Myanmar, Bangladesh e Vietnam. (AGI) .

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