AGI – I servizi segreti russi (Fsb) hanno accusato i servizi speciali ucraini per l’omicidio della giornalista e politologa russa Daria Dugina. Secondo quanto riferito dai media russi, l’autore è una cittadina ucraina, Natalya Vovk, nata nel 1979. Secondo l’Fsb Vovk, insieme alla figlia di 12 anni, è arrivata in Russia il 23 luglio e ha affittato un appartamento nello stabile in cui viveva Dugina per raccogliere informazioni sul suo stile di vita.
Dopo l’attentato, eseguito con un’esplosione comandata a distanza di un ordigno nascosto nell’auto della giornalista, Vovk e sua figlia sono partiti per l’Estonia attraverso la regione di Pskov. Si ritiene che il padre della vittima, Alexander Dugin, intellettuale ultranazionalista accanito sostenitore della guerra in Ucraina, fosse il probabile bersaglio dell’attacco.
Daria Dugina è stata uccisa sabato mentre guidava una Toyota Land Cruiser su un’autostrada a circa 40 chilometri da Mosca. Secondo i media russi, la donna all’ultimo momento ha preso l’auto di suo padre. Dugin, 60 anni, ideologo ultranazionalista, ha sostenuto a lungo l’unificazione dei territori di lingua russa in un nuovo vasto impero russo. È stato inserito nell’elenco dei destinatari delle sanzioni occidentali dopo che la Russia ha annesso la Crimea nel 2014.
L’accusa di Putin: “Un crimine vile”
Il presidente russo Vladimir Putin ha denunciato l’attentato come “crimine vile, crudele”, quello che “ha messo fine prematuramente alla vita di una persona brillante e talentuosa dotata di un cuore autenticamente russo“. La dichiarazione è contenuta in un messaggio di condoglianze pubblicato dal Cremlino e rivolto alle persone vicine alla giovane donna.