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Jack Ma ha lasciato ufficialmente la guida di Alibaba, nel giorno del ventesimo compleanno del gruppo da lui fondato nel 1999, e diventato un colosso dell’e-commerce da 462 miliardi di dollari di valore di mercato, con oltre centomila dipendenti e ramificazioni nei servizi finanziari, nel cloud computing e nell’intelligenza artificiale.

Il timone del gruppo passa al Ceo, Daniel Zhang Yong, designato alla successione dallo stesso Ma, quando annunciò il ritiro. “La sua mente analitica è senza paragoni” disse di lui lo scorso anno, “tiene a cuore la nostra missione e visione, affronta le responsabilitàcon passione, e ha il fegato di innovare e mettere alla prova modelli creativi di business”.

WATCH: Alibaba Group CEO Daniel Zhang, who is taking over as the executive chairman, encourages and thanks company staff at the Alibaba 20th anniversary party. pic.twitter.com/IujzUaQPQI

— Alibaba Group (@AlibabaGroup)
September 10, 2019

Il nome di Jack Ma – 55 anni oggi – non scomparirà completamente dalla galassia Alibaba: il fondatore rimarrà, almeno fino al 2020, nel board of directors, mentre manterrà senza scadenza il suo posto tra i 38 membri della Alibaba Partnership, l’altro organo di governo del gruppo da lui fondato.

“Alibaba è solo uno dei miei molti sogni”, ha dichiarato Jack Ma alla festa per i venti anni dell’azienda, citato dal South China Morning Post, oggi di proprietà del gruppo. “Mi sento ancora giovane, ci sono molti posti che voglio visitare, sfide da affrontare. Dopo stanotte comincerò un nuovo capitolo della mia vita”.

WATCH: Snippets of Jack Ma’s speech at Alibaba’s 20th Anniversary Party. pic.twitter.com/AjLdpjA0ZK

— Alibaba Group (@AlibabaGroup)
September 10, 2019

Un capitolo dedicato, come da lui stesso preannunciato, a progetti filantropici, in particolare nell’educazione e della povertà nelle aree rurali, due campi in cui, forse non a caso, e’ impegnato anche il governo cinese. Quello che si celebra oggi, ha detto di fronte ai 60 mila invitati all’Olympic and International Expo Centre di Hangzhou, nella Cina orientale, “non riguarda la scelta di una persona, ma il successo di un sistema”. 

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