Newsletter
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

(AGI) – Roma, 9 giu. – (di Geminello Alvi)
Puo’ dirsi certamente che la Federal Reserve sia riuscita con i suoi acquisti di obbligazioni a ridurre ulteriormente i tassi di interesse a lungo termine, cosi’ da stimolare l’economia, seppure con tassi di interesse a breve termine gia’ a zero. Ma dedurne che di cio’ si siano avvantaggiati solo i ricchi risulta piu’ complicato o perlomeno prematuro, come ha mostrato la settimana scorsa un seminario di Brookings, dal titolo, Did the Fed’s quantitative easing make inequality worse? Infatti proprio Josh Bivens il capo economista dell’Economic Policy Institute non sospettabile di simpatie di destra, ha ridimensionato l’accusa. La politica monetaria ha avuto un impatto negativo minimo sulla disuguaglianza, se comparata allo stimolo fiscale voluto dall’amministrazione Obama nel 2010 che ha avuto un effetto positivo tra l’1,5% e il 2% sulla crescita e di circa l’1% sul calo della disoccupazione. A beneficiare degli aumenti dei prezzi degli immobili e’ stata anzitutto inoltre la vasta classe media, e la proporzione di questo beneficio eguaglia circa alla fine gli aumenti dell’assieme dei detentori di valori azionari.

E anche un gruppo di ricerca guidato dall’economista Matthias Doepke presso la Northwestern University asseconda questa stessa tesi. La politica monetaria espansiva avrebbe aiutato di piu’ la fascia di mezza eta’ della classe media relativamente piu’ indebitata che la fascia piu’ ricca di anziani. Un team guidato dall’economista di Chicago Erik Hurst ha comunque rilevato che le disparita’ regionali sono aumentate. Dei tassi ipotecari bassi, hanno beneficiato soprattutto le regioni dove i prezzi delle case erano diminuiti meno drasticamente e dove avevano pesato meno gli effetti del boom. Stati come il Texas o il Massachusetts hanno quindi beneficiato del quantitative easing, al contrario di Florida, California, Arizona e Nevada. La riunione di Brooking conferma comunque che il dibattito sugli effetti redistributivi della politica monetaria statunitense e’ solo agli inizi. Come appunto osservava Ben Bernanke, l’impatto distributivo sui redditi e sui patrimoni della politica monetaria e’ complesso e ancora poco chiaro. (AGI)

Flag Counter