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AGI – La sinistra utilizza il Capo dello Stato nella sua battaglia contro il premierato. È l’accusa che lancia la premier Giorgia Meloni da Toronto. La presidente del Consiglio rimarca che quando ha parlato dei cortei di Firenze e Pisa ce l’aveva con la sinistra. Nessun riferimento al Quirinale con il quale “non c’è alcuna distanza. Con il presidente della Repubblica mi confronto spesso” sui principali dossier, “non c’è alcuna crepa. I rapporti sono ottimi”.

 

Dopo una due giorni che l’ha portata prima a Washington e poi a Toronto per illustrare le priorità del G7, il presidente del Consiglio torna sulle polemiche in Italia sul tema delle manifestazioni e la presa di posizione del Colle. “È pericoloso se le istituzioni tolgono il sostegno alle forze dell’ordine”, aveva rimarcato il presidente del Consiglio. Ma non era la prima carica dello Stato la destinataria del messaggio. “Io – ha sottolineato Meloni – considero le parole del presidente della Repubblica sempre molto importanti. Quando dei poliziotti sono stati circondati da 50 esponenti dei centri sociali Mattarella ha espresso solidarietà agli agenti, cosa che non ho visto fare da molti altri esponenti istituzionali, perché è un’istituzione anche il Parlamento. Ce l’avevo con la sinistra che è bravissima a criticare ma non è mai capace di esprimere solidarietà alle forze dell’ordine”.

Dietro la ‘querelle’ sui cortei per Meloni si nasconde una battaglia sulla riforma delle riforme. Ovvero il premierato: “Vedo un tentativo di costruire uno scontro artefatto con il presidente della Repubblica che non esiste. Trovo molto sbagliato e una grande mancanza di rispetto nei confronti del presidente della Repubblica tentare di utilizzarlo per un interesse di partito che la sinistra ha. Non potendo dire la ragione per la quale non vuole che i cittadini possano scegliere da chi farsi rappresentare, cerca di creare lo scontro con il capo dello Stato dicendo ‘vedete che la Meloni vuole togliere i poteri al capo dello Stato?'”.

 

“Ma chi è vagamente serio – ha detto ancora – sa benissimo che ho fatto una riforma costituzionale che volutamente non tocca i poteri del capo dello Stato perchè è una figura di garanzia. Quindi non si potrà usare l’autorevolezza del capo dello Stato per fare una campagna elettorale contro il premierato e si dovrà dire la verità: i governi li vogliamo fare noi nel Palazzo e vogliamo governare quando perdiamo le elezioni”. Il presidente del Consiglio sottolinea dunque che “non c’è alcuna rottura” con il Quirinale, “il rapporto è ottimo. Sbagliato chiamarlo in causa”. 

 

AGI – Il centrodestra in Sardegna ci spera ancora, dato il risicato vantaggio che ha consentito il 25 febbraio ad Alessandra Todde del Campo largo del centrosinistra di battere l’avversario Paolo Truzzu e diventare la prima presidente donna della Regione in 75 anni di storia dell’autonomia. Quando mancavano da scrutinare ancora 19 sezioni, i cui verbali sono finiti all’esame degli uffici circoscrizionali elettorali nei tribunali di competenza, l’esponente del M5S era davanti di 2.615 voti. Ma ora lo scarto si e’ ridotto a 1.626, secondo dati ufficiosi di fonti del centrosinistra basate sui risultati di 17 delle 19 sezioni mancanti.

 

Restano in sospeso solo le due di Silius (Sud Sardegna), dove pero’ i votanti sono stati solo 450 e anche nell’ipotesi che tutti si siano espressi per Truzzu i loro voti non basterebbero a determinare il ribaltone auspicato da alcuni esponenti sul centrodestra. I dubbi degli sconfitti poggiano su presunte anomalie nell’assegnazione dei voti e anche su un presunto elevato numero di schede nulle.

 

Il punto della situazione più completo è accurato sulla situazione degli scrutini in Sardegna è quello di Roberta Secci dell’AGI.@rob_agi @Agenzia_Italia pic.twitter.com/iJ6Z3qMkGy

— Lorenzo Pregliasco (@lorepregliasco)
March 2, 2024

 

Il dato definitivo non e’ riportato sul sito della Regione ‘Sardegna elezioni’, ma sui siti di alcuni grandi Comuni che hanno pubblicato i risultati elettorali nelle loro sezioni: per esempio, a Cagliari, dove Todde ha vinto nettamente, sono un migliaio le schede nulle (su 73.113 votanti), più 125 voti nulli; a Sassari meno di 200 sulle 54.498 nelle 136 sezioni scrutinate su 400. Secondo fonti del centrodestra, per continuare a sperare in un ribaltone, le schede nulle dovrebbero essere almeno 14 mila (ma statisticamente potrebbero essere meno di 12 mila) e la distanza fra i due candidati inferiore a 900 voti. Bisognerà aspettare la proclamazione degli eletti in Corte d’appello a Cagliari, fra non meno di due settimane, per avere i risultati definitivi e capire se per il centrodestra ci sono margini per presentare ricorso.

 

E su questo punto Truzzu, nella sua prima conferenza stampa dopo il voto, e’ stato chiaro: “Una volta che avremo i dati dal tribunale li confronteremo con quelli presi dai nostri rappresentanti di lista nelle sezioni e valuteremo la situazione”, aveva dichiarato il 27 febbraio scorso. “Se riterremo che ci sarà un elemento per poter fare un ricorso, lo faremo. Ma non e’ una cosa all’ordine del giorno, perche’ adesso non ci sono le condizioni e non abbiamo il verbale della Corte d’Appello. I ricorsi si fanno quando c’e’ il risultato conclamato”.

 

“Anche io posso credere che il Cagliari sia in grado di vincere contro la Juve, ma la classifica dice un’altra cosa”, taglia corto il segretario regionale del Pd, Piero Comandini, rieletto in Consiglio regionale per la terza volta, assieme ai colleghi dem Giuseppe Meloni, Valter Piscedda e Roberto Deriu, tutti al terzo mandato consecutivo. “Ricordo che la legge statutaria elettorale stabilisce che vince il candidato presidente che prende anche solo un voto più”. La sua fiducia si basa sui dati aggiornati in possesso del centrosinistra. Anche se si attende l’ufficialità dalla Corte d’appello, i partiti vincitori guardano già alla composizione della nuova Giunta e alle priorità dei primi 100 giorni del futuro governo Todde, confidando nel fatto che anche eventuali ricorsi non fermerebbero l’attività dei neo eletti.

Il ribaltone? Scenario improbabile

Un ribaltone, peraltro, appare uno “scenario improbabile” anche per Lorenzo Pregliasco, co-fondatore e direttore di YouTrend. Nella lunga notte dello scrutinio, fra il 26 e il 27 febbraio scorso, l’analista politico si e’ sbilanciato dando per certa la vittoria di Todde, nonostante il testa a testa che si desumeva dai dati parziali pubblicati sul sito della Regione Sardegna.

 

“Mancavano troppo poche sezioni perche’ fosse realistico un cambio di risultato”, spiega Pregliasco all’AGI. “La valutazione sulle sezioni mancanti, su quali erano e dove si trovavano, ci ha fatto capire che un sorpasso non sarebbe stato plausibile. Ci siamo basati non solo sui dati presenti in quel momento sul sito della Regione, ma anche su quelli pubblicati dai Comuni più grandi”.

 

“Mi aspetto un risultato sul filo”, aggiunge Pregliasco, quindi, con uno scarto minimo fra Todde e Truzzu, sulla scia di quanto accaduto in altre elezioni regionali del passato, come il Lazio nel 1995 (Piero Badaloni per il centrosinistra vinse col 48,14% su Alberto Michelini del centrodestra, col 47,97%); l’Abruzzo nel 2000 (Giovanni Pace per il centrodestra batte’ col 49,26% Antonio Falconio dell’Ulivo, che raggiunse il 48,8%); e il Friuli Venezia Giulia nel 2013, con Debora Serracchiani (centrosinistra) che divenne presidente col 39,39%, davanti a Renzo Tondo (centrodestra), che ottenne il 39%. 

AGI – “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina segna un punto di svolta nella storia. Manteniamo fermo il nostro sostegno incondizionato all’Ucraina fornendo assistenza politica, umanitaria, finanziaria e militare per tutto il tempo necessario”. Lo si legge nel manifesto del Pse per le prossime elezioni europee, che oggi verrà approvato dal Congresso in corso alla Nuvola dell’Eur.

Il Pse intende attuare “una forte politica di sicurezza e di difesa comune europea che operi in modo complementare alla Nato”.
I socialisti europei accolgono “con favore l’avvio dei negoziati di adesione alla Ue con Ucraina, Moldavia e Bosnia Erzegovina”. Sostegno “alle aspirazioni europee della Georgia”. Serve “una politica di allargamento efficace, a partire dai Balcani occidentali”.

 

 Per il Pse l’allargamento “deve andare di pari passo con una seria valutazione di quali riforme occorra apportare all’architettura Ue per un’Europa più efficiente e democratica”.

 

 

 

 

Sul Medio oriente il Pse è “favorevole a una conferenza di pace internazionale per giungere a una giusta soluzione a due Stati tra israeliani e palestinesi. Entrambi hanno il diritto di vivere in pace e sicurezza”.

 

Il Pse vuole “rafforzare ulteriormente la cooperazione della Ue con gli Usa e costruire una partnership forte con il Regno Unito”.
Sulla Cina il Pse vuole “riequilibrare le relazioni, promuovendo i nostri valori e proteggendo i nostri interessi, cooperando assieme per affrontare le pressanti questioni globali”.

 

Necessario “costruire un nuovo partenariato tra pari con il Sud globale attraverso una forte partnership Africa-Ue, un rilanciato partenariato euromediterraneo e una nuova agenda progressista Ue-America latina”.

In economia il Pse vuole “controllare l’Intelligenza artificiale e rafforzare i diritti online. Va promossa la solidarietà intergenerazionale. Abbiamo bisogno di un’Europa che funzioni per le sue giovani e i suoi giovani”.

 

 

 

I capisaldi del manifesto in politica economica sono: 1) assicurare posti di lavoro di qualità per tutte e tutti; 2) un nuovo patto verde e sociale per una transione giusta; 3) un’economia europea forte e aperta nel mondo; 4) giustizia fiscale per la giustizia sociale; 5) il diritto ad alloggi di qualità ed economicamente accessibili; 6) accesso alla salute, alle cure e ai farmaci; 7) servizi pubblici al cuore della nostra società; 8) tutelare l’ambiente e garantire un’agricoltura sostenibile; 9) garantire la sicurezza; 10) solidarietà e sviluppo in tutte le città e regioni.

 

 

AGI – Una “alleanza mondiale contro i trafficanti di esseri umani” per “porre fine alle migrazioni illegali” e un impegno comune per evitare una escalation in Medio Oriente, ma anche per fermare gli attacchi Houthi alle navi che transitano nel Mar Rosso. Nello Studio Ovale della Casa Bianca Giorgia Meloni si è dimostrata più che mai determinata presentando al presidente Usa Joe Biden quelle che sono le priorità del G7 sotto la Presidenza italiana. “Non vedo l’ora di ospitarti a giugno in Puglia”, ha esordito Meloni. In quella occasione, ha precisato, verranno riaffermati il rispetto del diritto internazionale, la difesa della libertà e la pace per l’Ucraina. Ma oggi, ha sottolineato, “sono venuta qui anche per proporre un’alleanza mondiale contro i trafficanti di esseri umani”. “Il G7 – ha proseguito Meloni – dedicherà un’attenzione speciale all’Africa. Ne abbiamo parlato spesso, ma credo che dobbiamo ricordare che l’Africa non è un continente povero; al contrario, è incredibilmente ricco in risorse umane e materiali, ma è stato trascurato e sfruttato con un approccio predatorio per molto tempo”. “Voglio quindi ribaltare questo approccio predatorio insieme con te”, ha detto Meloni rivolgendosi a Biden.

 

 

Per quanto riguarda il Medio Oriente, ha continuato la presidente del Consiglio, “dobbiamo coordinare le nostre azioni per evitare una escalation. A tal riguardo sosteniamo pienamente gli sforzi di mediazione statunitensi”. “Lavoriamo insieme a passi concreti per garantire la prospettiva dei 2 Stati, che è l’unica soluzione a lungo termine e sostenibile”, ha aggiunto. Quanto alle relazioni bilaterali, “durante il nostro incontro qui lo scorso luglio ci eravamo detti che volevamo migliorarle e migliorare il nostro interscambio. Lo abbiamo fatto: nel 2023, il nostro interscambio ha raggiunto l’importo più alto di sempre con 102 miliardi di dollari. Credo quindi – ha concluso Meloni – che abbiamo fatto un buon lavoro, ma anche che possiamo fare ancora meglio e spero che questo sarà il nostro reciproco obiettivo per quest’anno”.

Dopo il faccia a faccia, Meloni e Biden hanno preso parte a un bilaterale tra delegazioni cui hanno partecipato, tra gli altri, per parte americana il segretario di Stato Antony Blinken, l’assistente per la Sicurezza Jace Sullivan, la segretaria al Commercio Gina Raimondo. Per l’Italia, tra gli altri, l’ambasciatrice negli Usa Mariangela Zappia, il consigliere diplomatico Fabrizio Saggio e il consigliere militare, generale Franco Federici. La visita di Meloni è durata in tutto oltre un’ora. Al termine della visita, è stata diffusa una nota del capo Ufficio Stampa di Palazzo Chigi, Fabrizio Alfano: “Il punto stampa del Presidente Meloni a Washington non è mai stato programmato per la necessità di partire per il Canada al termine dell’incontro alla Casa Bianca, che è inoltre slittato di quasi 45 minuti per esigenze dell’Amministrazione Usa. Non c’è quindi da parte del Presidente Meloni nessun ‘imbarazzo’ nel rispondere ad alcune domande dei giornalisti, come da qualcuno ipotizzato. La missione Usa-Canada non termina oggi e ci sarà occasione di approfondire le tematiche di interesse giornalistico in un punto stampa che sarà organizzato domani a Toronto”.

Poco prima di entrare alla Casa Bianca Meloni ha annunciato in un video che dopo 24 anni di detenzione negli Usa è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti. “Un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con il governo dello Stato della Florida e con il governo federale che ringrazio”, ha detto Meloni. “Lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto e ora aspettiamo Chico in Italia”.

Da parte sua, Biden ha ricordato il “rapporto stretto” tra Italia e Usa, che “si sono guardati le spalle” a vicenda. “Voglio ringraziarti, Giorgia”, per il sostegno sull’Ucraina da parte dell’Italia e dei Paesi del G7. “Sono contento che tu sia tornata. Abbiamo molti argomenti di cui parlare”, ha affermato Biden. Durante il suo intervento il presidente americano ha tuttavia confuso l’Ucraina con Gaza.

È successo mentre parlava degli aiuti alla popolazione nella Striscia. “Noi – ha spiegato – abbiamo bisogno di fare di più e gli Stati Uniti faranno di più”. A questo punto Biden ha parlato dell’Ucraina: “Nei prossimi giorni – ha continuato – ci uniremo con i nostri amici in Giordania e con altri per garantire con gli aerei il lancio di ulteriore cibo e rifornimenti in Ucraina e cercheremo di mantenere aperti altri canali con l’Ucraina, inclusa la possibilità di un corridoio marittimo per consegnare grosse quantità di aiuti umanitari”. “Insisteremo con Israele – ha proseguito Biden – perché faciliti l’arrivo di più camion” e vengano aperte “altre strade per portare aiuti a sempre più persone. Niente scuse. Sono in gioco vite innocenti, sono in gioco le vite dei bambini”. “Noi – ha continuato – dovremmo fare in modo di portare centinaia di camion, non solo parecchi. E io non mi fermerò, noi non ci fermeremo” per garantire “altri aiuti”. “La perdita di vite è straziante. La popolazione è così disperata che persone innocenti finite in una guerra terribile non sono in grado di sfamare le loro famiglie”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, commentando la strage a Gaza nord, dove più di cento persone sono morte ieri mattina mentre erano in attesa dei convogli con gli aiuti umanitari. “Abbiamo bisogno di fare di più – ha aggiunto – e gli Stati Uniti faranno di più”. 

 

AGI – In Sardegna oltre 200 delibere sono state sfornate in ‘zona Cesarini’ dalla Giunta regionale uscente targata centrodestra, a guida Christian Solinas, a ridosso delle elezioni regionali in Sardegna. Ma la presidente in pectore Alessandra Todde, che ancora deve attendere non meno di due settimane per la proclamazione degli eletti, non ci sta. E su Fb avverte il predecessore: “Richiamo il Presidente Christian Solinas al doveroso rispetto istituzionale: lui e la sua giunta sospendano immediatamente le delibere inopportunamente adottate e si limitino all’ordinaria amministrazione”. “Lo avevo già denunciato nei giorni scorsi e sono obbligata a farlo nuovamente”, ricorda Todde, evidenziando la consuetudine di mancata trasparenza che ha caratterizzato gli ultimi cinque anni di amministrazione: molte delle centinaia di delibere approvate in extremis, “a una settimana dalla loro approvazione, non sono neanche visibili dai cittadini sardi che vengono appositamente tenuti all’oscuro”.

 

“Sono riuscita a leggere, grazie anche agli organi di stampa, cosa hanno inserito all’interno di questa infornata di provvedimenti dell’ultimo minuto: nomine, proroghe di incarichi, piani e programmi che impegnano l’amministrazione per i prossimi anni. Hanno addirittura dato il via libera a una programmazione del fondo di coesione per oltre 2 miliardi di euro. Credo che sia estremamente scorretto”, ammonisce la neo presidente, “che una giunta uscente, scaduta e sconfitta, possa definire tutto ciò senza vergogna e senza rispetto dei cittadini e delle cittadine. La maggior parte di questi atti non è urgente e non è legata ad adempimenti di legge. È gravissimo che una giunta uscente, che dovrebbe attenersi agli atti di ordinaria amministrazione, decida di fare tutto ciò senza che nessuno possa fare niente”. “Solinas”, gli ricorda Todde, “ha avuto 5 anni per programmare e investire le risorse che aveva a disposizione e siamo tutti consapevoli di come è andata a finire. Non appena saremo ufficialmente operativi, in attesa dei tempi di legge e delle prassi amministrative”, assicura la vincitrice delle elezioni del 25 febbraio scorso, “controlleremo tutto ciò che è stato fatto all’oscuro e sulle spalle dei sardi in queste ultime ore”.

 

Solinas a Todde, da Pigliaru 214 delibere in extremis

“Se vuole proprio parlare di richiami, salendo in cattedra, inviterei Alessandra Todde in primo luogo a documentarsi meglio prima di lanciare i suoi strali”. Il presidente uscente della Regione Sardegna, Christian Solinas, replica così a quella che è destinata a succedergli, che stamane l’ha invitato a limitarsi all’ordinaria amministrazione, lamentando l’approvazione di oltre 200 delibere di Giunta a ridosso delle elezioni del 25 febbraio scorso. “Infatti, il centrosinistra nella scorsa legislatura con la Giunta Pigliaru non si limitò a deliberare 147 volte in due sedute precedenti alle elezioni del 24 febbraio 2019, ma si riunì addirittura dopo il voto ed una sonora sconfitta per altre due volte, il 5 e il 14 marzo, adottando ben 63 deliberazioni per un totale di 210 atti. Nessuno si stracciò le vesti. Occorrendo, però, potremmo farlo pure oggi e ricordare ogni singola delibera di allora”. 

 

Solinas a Todde: la sua vittoria non è ancora certificata

“Sulla sconfitta della Giunta uscente la inviterei a essere più prudente, non solo perché seppure verrà certificata la sua vittoria per qualche centinaio di voti sul candidato del centrodestra, non deve dimenticare che il suo campo largo rappresenta nella realtà la minoranza dei sardi, distaccato come è di oltre 42.000 voti dal centrodestra”. Così Solinas replica alle dichiarazioni di Alessandra Todde. “In una situazione di divaricazione così palese della società sarda sul voto, sarebbe più opportuna un po’ più di umiltà e di prudenza nelle affermazioni. A breve potrà dimostrarci tutta la sua competenza e la sua bravura nel reperire, programmare e spendere in modo virtuoso le risorse del suo ciclo di programmazione. Buon lavoro!”.

AGI – La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha reso omaggio, nel giorno in cui inizia a Roma il congresso del Partito Socialista Europeo, alla stele che ricorda il deputato socialista Giacomo Matteotti ucciso dalle squadre fasciste il 10 giugno 1924. Con Schlein erano presenti, tra gli altri, la capogruppo dei Socialisti e Democratici Iratxe Garcia Perez, il presidente del Pes Stefan Lovfen, il segretario Pse Giacomo Filibeck, il commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit, il responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano, il segretario del PSI Enzo Maraio, la responsabile Esteri del PSI, Pia Locatelli. 

 

 

 

AGI – La senatrice a vita Liliana Segre ha querelato Elena Basile, l’ex ambasciatrice dell’Italia in Belgio, che in un video sui social l’aveva accusata di essere “tormentata solo dal pensiero dei bambini ebrei”. La querela già annunciata il 6 febbraio scorso, è stata depositata oggi dal legale della senatrice, Vincenzo Saponara.

 

Oltre a procedere in sede penale, il figlio di Segre, l’avvocato Luciano Belli Paci, ha anche dato mandato all’avvocatessa Daniela De Pasquale di procedere in sede civile per far rimuovere i “messaggi diffamatori”. L’eventuale risarcimento sarà devoluto integralmente in beneficenza. 

AGI – Giorgia Meloni vede un “pericolo” in alcune polemiche sollevate dal mondo politico sulla gestione dell’ordine pubblico nei recenti cortei studenteschi sulla situazione mediorientale. “Io penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra: è un gioco che può diventare molto pericoloso”, scandisce la premier, intervistata dal direttore del Tg2 Antonio Preziosi. Meloni snocciola alcuni numeri sulle manifestazioni: dal 7 ottobre sono state “oltre mille” e “soltanto nel 3%” delle quali, sostiene, si sono verificati problemi o momenti di tensioni. Come governo, rivendica, abbiamo poi deciso di “non vietare le manifestazioni” a sostegno dei palestinesi, come invece è stato fatto in altri Paesi. Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che sia “sanzionato, come prevede l’ordinamento”, ma non si può parlare delle forze dell’ordine solo quando commettono errori, “è il caso di dire loro ‘Grazie’ per il lavoro prezioso che fanno ogni giorno”.

 

 

La premier poi attacca la sinistra. E dice di respingere “lezioni sul governo autoritario da parte di quelli che sparavano con gli idranti su lavoratori inermi seduti a terra perfettamente immobili o rincorrevano gli italiani da soli in spiaggia con i droni”.

 

 

“Quando c’è stato qualche giorno fa il dibattito sulle questioni di ordine pubblico, il presidente della Repubblica è intervenuto e qualcuno ha detto ‘Questa è la ragione per la quale il governo Meloni vuole togliere poteri al presidente della Repubblica, perché, con la riforma il presidente non potrebbe più fare quello che fa’. È falso” tiene poi a sottolineare. “Con il premierato”, il capo dello Stato “avrebbe tranquillamente potuto dire e fare esattamente quello che ha fatto, è un falso problema; è l’unico che la sinistra può usare perché non può dire di essere terrorizzata dalla possibilità che i cittadini scelgano chi governa”.

 

La sinistra, aggiunge la premier, “cerca di schermarsi dietro il presidente della Repubblica, che chiaramente ha un grande consenso, ma noi siamo stati molto attenti proprio perché sappiamo che il presidente è una figura di garanzia per tutti non abbiamo voluto toccare i suoi poteri”.  

 

 

Denunciati in 15 per l’assalto alla volante

Sono 15 gli anarchici denunciati per l’assalto a una volante della polizia avvenuto ieri pomeriggio sotto gli uffici della questura di Torino. La Digos ha quindi identificato altre persone che hanno preso parte all’aggressione, dopo che in un primo momento erano state fermate cinque donne con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Nel frattempo il 31enne marocchino che gli anarchici hanno tentato di liberare è stato trasferito in un centro di espulsione, dopo essere risultato sprovvisto di documenti di soggiorno. L’uomo, su cui pendono numerose condanne, era stato fermato dagli agenti dopo avere imbrattando con frasi contro la polizia le pareti di un sottopasso della periferia nord .

AGI – “Anche quando le situazioni sembrano difficili e la nostra campagna lo era – noi avevamo una spaccatura all’interno del centrosinistra, un’altra candidatura (quella di Renato Soru, ndr) che sicuramente non ci ha aiutato – ci abbiamo creduto e questa determinazione ci ha portato al risultato. E questa determinazione è nuorese”. La neo presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, vincitrice delle elezioni in Sardegna, rende omaggio, in un’intervista ad Agorà su Raitre, alla sua città, Nuoro, e ha parole di grande tenerezza e affetto per sua mamma Francesca. “Mia madre è il motivo per cui sono rientrata in Sardegna”, spiega Todde, che ha lasciato la Sardegna a 17 anni, dopo il liceo, per andare a studiare all’università a Pisa. “Ha 86 anni e una donna con un carattere eccezionale. Ha insegnato a me e a mia sorella a essere indipendenti, forti, a guadagnarci da vivere e ad avere dei valori che sono quelli che poi mi hanno portato ad affermarmi professionalmente e ad avere voglia di restituire quest’esperienza al mio territorio. La solidità che mi ha trasmesso e la determinazione sono caratteristiche tutte sue. Lei è felice e frastornata”, aggiunge Todde, che nell’evento di chiusura della sua campagna elettorale, venerdì 23 febbraio a Cagliari, l’ha voluta con sè assieme alla nipote. “Sa che ho fatto questa scelta per occuparmi della mia terra e non certamente per ambizione”. “E’ preoccupata, come tutte le mamme, perchè mi ha visto stanca, impegnata in tappe che sono state a volte anche estenuanti”, riconosce la neo presidente. “Allo stesso tempo mia madre e’ orgogliosa. Credo che questo sia il senso delle donne nuoresi. Nuoro ha una tradizione di donne forti”. Il nome più noto è la scrittrice Premio Nobel Grazia Deledda, più volte citata da Todde durante la sua campagna elettorale. 

AGI – “Occorre incrementare gli investimenti nella ricerca e favorire un approccio multidisciplinare al fine di individuare efficaci e rapidi percorsi diagnostici e di cura. L’approvazione del “Piano nazionale malattie rare 2023-2026”, avvenuta lo scorso maggio, rappresenta un passo in avanti nei confronti di quanti chiedono soluzioni concrete per migliorare la qualità della propria vita, perché nessuna malattia è mai troppo rara da non meritare una cura efficace“.

 

Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare. “Ogni malattia – riprende – evoca condizioni di fragilità, a volte di isolamento, particolarmente nel caso delle malattie rare, che presentano difficoltà diagnostiche e di approccio terapeutico, cosi’ come rilevante onerosità delle cure e della gestione di pazienti, anche a causa di scarsi investimenti nel settore della ricerca e della sperimentazione farmaceutica”.

 

Mattarella ricorda anche che “in Italia sono più di due milioni le persone afflitte da malattie di questa natura” e che “la Giornata Mondiale delle Malattie Rare richiama l’attenzione su questa condizione di particolare difficoltà”.
“I continui progressi della medicina personalizzata, delle tecnologie genomiche e biomediche offrono nuove possibilità di trattamento per diverse patologie, aprendo la strada a terapie più mirate ed efficaci e rendendo il futuro di tante persone affette da malattie rare sempre più incoraggiante, a condizione – sottolinea ancora il Capo dello Stato – che la comunità sappia farsi carico del diritto alla salute di questi cittadini”.

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