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AGI – Raccontare le rivoluzioni in un mondo in costante cambiamento. È questo l’obiettivo de Il Digitale, quotidiano telematico edito da Id (Identità digitali), società specializzata in comunicazione digital, i cui founder editori sono Alberto Buffo e Silvia Buffo. Una visione chiara e lungimirante già dal 2018, quando il giornale è stato ideato, proponendo un taglio smart nelle notizie.

L’informazione al positivo, come carattere distintivo della linea editoriale

L’obiettivo è di informare attraverso news, storie e approfondimenti, ove possibile, in un’ottica positiva, avvalorati da interviste e contenuti veicolati anche sui canali social del quotidiano, come Facebook, Instagram, TikTok su cui la redazione è in constante sviluppo attraverso lo studio delle più innovative tecniche di divulgazione del contenuto.

“Perché l’informazione non è solo avvilimento o allarmismo”, secondo la visione del direttore responsabile Silvia Buffo, “chi vuole rimanere costantemente aggiornato attraverso ildigitale.it può decidere di farlo senza essere inondato da tristi notizie, in quanto ciò comprometterebbe anche la qualità della propria vita, influendo ancora più sullo stato d’animo, già fortemente provato dagli strascichi della pandemia e di una guerra agli angoli dell’Europa, non ancora conclusa, oltre che dalla drammaticità degli eventi di cronaca che si avvicendano tra le pagine dei tradizionali e nuovi media”.

Ma per far fronte a questo scenario, continua Silvia Buffo, “Il Digitale desidera garantire una chiave di lettura positiva: meno problemi e più soluzioni alle crisi del nostro tempo, per mantenere sempre alto l’entusiasmo, anche quando ci si pone di fronte ad argomenti delicati e complessi”.

Inoltre, il modus operandi della redazione consiste nel creare dibattito critico attraverso nessi sociologico-culturali, che siano identitari e contribuiscano alla costruzione di nuovi valori, specialmente quelli inerenti alla parità dei diritti e all’inclusione, grazie alla versatilità delle rubriche.

Diversità e contrasti, coesistere e dialogare

Il Digitale propone solo news di forte impatto sociale riguardanti i principali eventi quotidiani, politica, attualità, con uno sguardo sempre propositivo. Stimola l’interesse per la cultura, mostre d’arte, musei, non solo libri, e punta sulla digitalizzazione della fruizione del sapere, prestando sempre grande attenzione agli autori e ai personaggi che si distinguono nel panorama italiano in un’ottica etica e progressista.

La redazione monitora le rivoluzioni green per guidare e responsabilizzare i lettori alla tutela e al rispetto del pianeta, rendendoli consapevoli di come uno stile di vita sostenibile possa influire sul benessere dell’ambiente e quindi del cittadino, con uno sguardo aggiornato sulle energie rinnovabili, il fotovoltaico, le smart cities e le soluzioni plastic-free.

Protagoniste le storie ispirazionali, modelli di inclusione e solidarietà, in una società in fieri orientata alla parità dei diritti umani e di genere. Al centro il mondo dell’innovazione, dall’AI alla new e digital economy, fino alla blockchain, con la lente di ingrandimento sui brand fortemente innovativi e originali.

Il Digitale ha inoltre inaugurato un’agorà editoriale, intesa come “mosaico” composto dalle storie delle personalità più influenti del panorama italiano e mondiale, ponendo l’accento sulla certezza che la diversità e i contrasti, non solo possono coesistere, ma anche dialogare costruttivamente. La testata offre uno sguardo ricercato sulla società anche dal punto di vista del lifestyle, delle tendenze, sempre in relazione costante con ambiente e sostenibilità, affinché il lettore possa ispirarsi nel coltivare la propria unicità e lo stile di vita che più gli si addice, sentendosi libero di essere “come si è”.

Infine, con una visione globale di ciò che accade nel mondo, la redazione fornisce un’analisi degli eventi sintonizzati con realtà geograficamente e culturalmente distanti, mantenendo lo sguardo di insieme sui più importanti eventi globali, che dettano le sorti del pianeta. La parola chiave è “sincronia” per garantire una visione ampia e d’insieme.

In collaborazione con sociologi, psichiatri e psicoterapeuti, Il Digitale si propone di sfatare inoltre luoghi comuni, dalla disabilità alla salute mentale, considerata per molti uno “stigma”, riscattando lo sfaccettato universo della psiche, fino alla demolizione di ogni genere di pregiudizio sociale, fornendo strumenti utili per la propria crescita personale.

Dibattito, giornalismo partecipativo e un nuovo progetto editoriale

Il Digitale si rivolge a un pubblico molto vasto e consolidato, che copre una fascia di età eterogenea, un pubblico che attraverso i canali social si mostra esigente verso un’informazione esatta dei temi attuali, sviluppati sempre nell’ottica del dibattito e del giornalismo partecipativo.

In 10 anni dalla sua fondazione, il brand Id ha esplorato diversi ambiti professionali nella declinazione del contenuto digitale. Oggi la sfida ulteriore è quella di una casa editrice 4.0. Il primo obiettivo consiste in un’offerta editoriale che abbracci le tematiche affrontate giornalisticamente in questi anni, ora anche nella forma libro/ebook.

“Raccontare rivoluzioni è la nostra mission: vogliamo dar vita a un bacino di testi aggiornati, che costituiscano una guida avvincente nell’orientamento alle tematiche più attuali e in trend del momento, prospettando modelli e soluzioni alternative nell’approccio alla conoscenza, promettendoci di rompere gli schemi, scardinare i luoghi comuni e sfatare ogni tabù” conclude il direttore Silvia Buffo, “Oggi vogliamo farlo anche con i libri. E accanto alla I di Identità, D sta per Digitale, perché la sfida è navigarci in quello spazio editoriale e cibernetico che è il nuovo millennio. D è anche Divenire, Diventare, Day after Day, è la D di domani: in una dimensione temporale che è quella del futuro, su cui vogliamo scommettere e che vogliamo raccontare, prevedere, anticipare, attraverso i testi della nostra offerta selezionata per un lettore che ami informarsi rapidamente. In coerenza con lo storico brand, nasce Id Edizioni, la casa editrice per chi desidera raccontare e raccontarsi in tempi di pubblicazione record. Giocare d’anticipo, non solo sui temi, ma anche sui tempi, è la strada che stiamo inseguendo”.

AGI – Presto o tardi doveva succedere: Amazon vuole portare l’intelligenza artificiale – quella vera e non quella di un semplice assistente vocale – dentro Alexa. Ad annunciarlo è stato Daniel Rausch, Vice President e responsabile del progetto durante la presentazione in anteprima di un nuovo modello linguistico e una suite di funzionalità di intelligenza artificiale conversazionale che contribuiranno a fornire un Alexa ancora più intuitivo.

“Avendo superato il mezzo miliardo di dispositivi venduti e con decine di milioni di interazioni ogni ora, Alexa è diventata parte della famiglia in milioni di famiglie” ha detto, “Una missione di lunga data è stata quella di rendere una conversazione con Alexa naturale come parlare con un altro essere umano, e con il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, ciò che immaginavamo è ora a portata di mano”.

Il Large Language Model – lo stesso che alimenta Chat-GPT, per intenderci – è stato creato su misura e ottimizzato specificamente per le interazioni vocali e per le cose che Amazon sa che i suoi clienti amano: ottenere informazioni in tempo reale, controllare la casa intelligente e massimizzare l’intrattenimento domestico.

Una novità riguarderà l’interpretazione non solo delle parole, ma anche del linguaggio del corpo e per questo l’input dei sensori in un Echo (la fotocamera, l’input vocale, la sua capacità di rilevare la presenza) è stata fusa con modelli di intelligenza artificiale in grado di comprendere i segnali non verbale. 

Per essere veramente utile, Alexa deve essere in grado di agire nel mondo reale e per questo Amazon ha lavorato sulla capacità di Alexa di elaborare sfumature e ambiguità, proprio come farebbe una persona, e di agire in modo intelligente. Ad esempio programmare routine complesse con ordini diversi in un solo comando. 

Una delle funzioni più inquietanti, però, riguarda il ‘punto di vista’ di Alexa. A Mountain View hanno pensato di dare una personalità all’assistente vocale che dirà, ad esempio, quali film avrebbero dovuto vincere un Oscar, o scrivere una nota entusiasta da inviare per congratularsi con un amico per la sua laurea. Bisognerà veder se si pronuncerà anche sull’esito delle elezioni.

Anche se l’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa offre infinite nuove possibilità, c’è sempre una zona di rischio: innanzitutto per la privacy.  “Il nostro impegno nel guadagnare la fiducia dei nostri clienti non cambierà” assicura Rausch, “progetteremo la privacy e la sicurezza dei nostri clienti e daremo loro controllo e trasparenza”.

Staremo a vedere, intanto quella che si preannuncia come la più grande integrazione di un’intelligenza artificiale con una suite di dispositivi saprà riconoscere le esitazioni nella nostra voce per non affrettarsi e dare risposte parziali, ma se quando le chiederemo se la nostra squadra ha vinto e, in tal caso, ci risponderà con voce gioiosa, quale sarà l’effetto su quel fenomeno noto come ‘camera dell’eco’ che esalta le nostre convinzioni, ma anche i nostri pregiudizi? 

Al di là di questo, le novità di Alexa offriranno anche funzionalità comode nella vita quotidiana: le chiamate audio e video effettuate con il dispositivo potranno essere tradotte in tempo reale, mentre uno strumento utile anche per i non udenti e gli ipoudenti sarà il Call Captioning: la possibilità di vedere le didascalie delle chiamate su Alexa in tempo quasi reale.

Amazon ha presentato anche un nuovo dispositivo: l’Echo Hub, un pannello di controllo montabile per una gestione più semplice dei sistemi di sicurezza e della casa intelligente.

AGI – Un recente studio condotto da David A. Broniatowski e il suo team della The George Washington University ha analizzato gli effetti di una politica adottata da Facebook per rimuovere le informazioni sbagliate sulle vaccinazioni dalla sua piattaforma durante la pandemia da Covid-19. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Science Advance, hanno rivelato che questa politica non ha comportato una diminuzione dell’interazione complessiva con i contenuti contrari alle vaccinazioni.

Invece, sembra che l’architettura del sistema della piattaforma di social media sia stata sfruttata dagli autori e dagli utenti di tali contenuti per creare nuovi percorsi attraverso cui visualizzare materiale anti-vaccinazione. Secondo i ricercatori, dopo l’implementazione della politica di rimozione, i contenuti anti-vaccinazione sono diventati “più fuorvianti, più politicamente estremizzati e con più probabilità di apparire nei feed di notizie degli utenti”.

Per condurre la loro analisi, Broniatowski e il suo team hanno utilizzato lo strumento di scoperta e monitoraggio dei contenuti chiamato CrowdTangle (di proprietà di Meta, la società madre di Facebook) per scaricare dati pubblici da pagine e gruppi di Facebook. I ricercatori hanno esaminato i contenuti contrari alle vaccinazioni e quelli a favore delle vaccinazioni il 15 novembre 2020, subito prima della rimozione, avvenuta l’18 novembre 2020, della pagina “Stop Mandatory Vaccination”, una delle più grandi pagine anti-vaccinazione sulla piattaforma, e prima dell’annuncio del 3 dicembre 2020 di Facebook riguardo alla rimozione delle affermazioni false sulle vaccinazioni anti-COVID-19 e degli account che pubblicavano tali affermazioni.

Successivamente, i ricercatori hanno confrontato i dati provenienti da oltre 200.000 post pubblicati su pagine e gruppi creati tra il 15 novembre 2019 e il 15 novembre 2020 con i post pubblicati sulle stesse pagine e gruppi tra il 16 novembre 2020 e il 28 febbraio 2022. Secondo i ricercatori, diversi elementi dell’architettura del sistema di Facebook potrebbero aver permesso agli utenti di aumentare la loro interazione con i contenuti contrari alle vaccinazioni e alle informazioni sbagliate sulle vaccinazioni.

Ad esempio, le pagine e i gruppi potevano coordinarsi tra loro per promuovere contenuti o ripubblicare contenuti rimossi. Inoltre, l’algoritmo del feed di notizie di Facebook, progettato per promuovere i contenuti che generano “interazioni sociali significative” misurate attraverso reazioni come “mi piace” e “arrabbiato”, potrebbe aver aumentato l’esposizione ai contenuti di informazioni sbagliate sulle vaccinazioni.

In sintesi, lo studio indica che la lotta contro la diffusione di informazioni errate sulle vaccinazioni su piattaforme di social media come Facebook è una sfida complessa e che l’architettura del sistema di tali piattaforme può avere un impatto significativo sulla diffusione di tali contenuti. La ricerca evidenzia l’importanza di sviluppare strategie efficaci per contrastare la disinformazione e promuovere informazioni accurate in un ambiente digitale sempre più influente. 

AGI – Il mercato degli smartwatch vale 29,31 miliardi di dollari nel 2023 e ne varrà 77,22 miliardi entro il 2030. Sono uno dei gadget di consumo di tendenza commercializzato in tutto il mondo. Il crescente numero di applicazioni e i prezzi ridotti stanno rafforzando la crescita del settore, soprattutto grazie all’integrazione con gli smartphone e allo sviluppo del mercato della fitness e del monitoraggio della salute ‘fai da te’.

Tuttavia il mercato ha segnato una brusca frenata a inizio del 2023, con una contrazione nel primo trimestre di 1,5 punti percentuali, più contenuta rispetto al -8% dell’ultimo trimestre del 2022 ma comunque negativa soprattutto se si considera il +121% della sola India che ne ha alterato il risultato complessivo.

A essere cambiata, secondo la società di analisi Counterpoint, è la tipologia di prodotto scelta dai consumatori, con una contrazione degli smartwatch con un sistema operativo di alto livello e un incremento di quelli di fascia più bassa.

La disponibilità di smartwatch a basso costo è ampia, ma bisogna fare i conti con due realtà: sono brutti e offrono performance limitate. Esistono quindi ampi spazi di manovra per chi ha intenzione di inserirsi in questo settore e Huawei, reduce da una faticosa resurrezione dopo il ban voluto da Trump che l’ha portata da una posizione di leader ai margini del mercato degli smartphone, ha saputo approfittarne.

La trasformazione della compagnia cinese da colosso della telefonia a protagonista del mercato degli ‘indossabili’ però distrae dalla vera strategia del gruppo. In patria Huawei si è ripreso un ruolo di primo piano nel mercato degli smartphone, grazie al Mate 60, le cui previsioni di vendita raggiungono i venti milioni di pezzi.

È il primo 5G prodotto dopo il ban e questo grazie al processore Kirin 9000s realizzato da SMIC che secondo gli americani sarebbe stato prodotto in violazione del divieto Usa di utilizzare macchinari americani per realizzare microchip. 

La questione, comunque, non riguarda l’Italia né l’Occidente perché sembra che il Mate 60 non varcherà i confini cinesi o, se lo farà, sarà per approdare in mercati emergenti come quelli del sud-est asiatico. In Europa, invece, Huawei ha scatenato un’altra offensiva che è basata proprio sugli indossabili e, su tutti, sugli smartwatch. Già dalla serie GT2 gli orologi della casa evidenziavano una qualità realizzativa sopra la media e ora, con l’uscita del GT4, alla qualità si unisce l’accessibilità. In sostanza: smartwatch belli e performanti a prezzi ragionevoli.

Il nuovo smartwatch della serie GT è forte di dieci anni di innovazione nel settore, tra tecnologia all’avanguardia e ricerca estetica. Con il GT4 Huawei mira a definire nuovi parametri di riferimento per il mercato degli indossabili di fascia alta e, in ottica di ecosistema, punta ad ampliare investimenti strategici e partnership.

Lo smartwatch è disponibile in due varianti: da 46mm, con un design ottagonale e una struttura robusta e resistente, e da 41mm, ispirato alla gioielleria di lusso. C’è poi la Ultimate Gold Edition, primo smartwatch dotato di una lunetta e di una corona in oro con motivi trapezoidali 3D scolpiti attraverso il processo di incisione a diamante, cinturino in titanio PVD oro con fibbia a farfalla.

La tecnologia di monitoraggio dei parametri vitali  è affidata a TruSeen 5.5+ che incorpora un algoritmo di miglioramento del segnale a canali multipli basato su un algoritmo proprietario di Deep Learning. TruSleep 3.0 fornisce un’analisi migliorata dei cicli del sonno e della respirazione nel sonno che rileva eventuali irregolarità, fornendo ulteriori informazioni sullo stato della salute respiratoria.

GT4 presenta anche la funzionalità migliorata di monitoraggio intelligente del ciclo mestruale che analizza in maniera intelligente indicatori fisiologici come la frequenza cardiaca durante il sonno, la temperatura cutanea, il ritmo respiratorio utili per poter prevedere il periodo mestruale.

I GT4 montano il sistema operativo Harmony e sono compatibili sia con Android che con iOs. La batteria ha una durata che, anche con un uso intensivo in attività sportive, supera i 10 giorni

Sempre per restare nel campo degli indossabili, sono stati presentati gli auricolari FreeBuds Pro 3, dotati di un involucro in vetro liscio in un unico pezzo realizzato con materiale di vetro nano processato, di un doppio driver Ultra-hearing e di un triplo equalizzatore adattivo.

AGI – Le autorità francesi hanno ordinato ad Apple di sospendere le vendite dell’iPhone 12 perché emette troppe radiazioni elettromagnetiche. Secondo l’agenzia francese che regola le frequenze radio, l’ANFR, i test hanno rilevato che il modello emette più onde elettromagnetiche suscettibili di essere assorbite dal corpo di quelle consentite.

L’ANFR ha precisato di aver “ordinato ad Apple di ritirare l’iPhone 12 dal mercato francese a partire dal 12 settembre a causa del superamento del limite” di assorbimento elettromagnetico e di riparare i telefoni esistenti.

I laboratori accreditati hanno riscontrato un assorbimento di energia elettromagnetica da parte del corpo pari a 5,74 watt per chilogrammo durante test simulati quando il telefono veniva tenuto in mano o in tasca. In tali test lo standard europeo prevede un tasso di assorbimento specifico di 4,0 Watt per chilogrammo.

“Per quanto riguarda i telefoni già venduti, Apple deve adottare nel più breve tempo possibile misure correttive per rendere conformi i telefoni interessati“, ha affermato l’ANFR in un comunicato sul suo sito web, “Altrimenti dovrà richiamarli.”

L’ANFR ha osservato che i test che misurano la radiazione elettromagnetica assorbita a una distanza di cinque centimetri rispettavano il limite di 2,0 watt per chilogrammo. I suoi agenti verificheranno a partire da subito che i modelli di iPhone 12 non saranno più offerti in vendita in Francia.

Contattata dall’AFP, Apple ha contestato i risultati dell’ANFR, affermando di aver presentato molteplici analisi indipendenti che dimostravano che i dispositivi erano conformi, ma che la società avrebbe comunque continuato a collaborare con l’ente regolatore.

Il cellulare fa male o no?

In diversi paesi le autorità di regolamentazione impongono limiti alla quantità di radiazioni elettromagnetiche che i telefoni cellulari possono emettere per prevenire effetti negativi sulla salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma sul suo sito web che, dopo un gran numero di studi, “non è stato dimostrato alcun effetto negativo sulla salute causato dall’uso del telefono cellulare”.

La nuova serie di iPhone si ‘piega’ all’Ue

La notizia dalla Francia è arrivata lo stesso giorno in cui Apple ha presentato la sua nuova linea di iPhone 15, la prima a disporre di una porta di ricarica universale al posto delle sue esclusive porte “Lightning” dopo una rissa con i regolatori europei.

L’UE insiste affinché tutti i telefoni e altri piccoli dispositivi debbano essere compatibili con i cavi di ricarica USB-C a partire dalla fine del prossimo anno, una mossa che, secondo lei, ridurrà gli sprechi e farà risparmiare denaro ai consumatori.

“USB-C è diventato uno standard universalmente accettato. Quindi stiamo portando USB-C su iPhone 15”, ha affermato Kaiann Drance, vicepresidente marketing iPhone di Apple, durante un evento di lancio.

L’aggiornamento arriva mentre il colosso tecnologico della Silicon Valley si trova ad affrontare un calo delle vendite di iPhone, poiché i prezzi premium spingono i clienti a ritardare il passaggio ai modelli più recenti.

“Apple aveva bisogno di fornire qualcosa di più che semplici aggiornamenti minori per invogliare le persone ad acquistare nuovi prodotti”, ha affermato l’analista di Techsponential Avi Greengart in un’area demo dell’evento, “Penso che lo abbiano fatto con molti aggiornamenti, alcuni dei quali non così minori.”

Sindrome cinese

Intanto almeno dalla Cina arriva una buona notizia per la casa di Cupertino. Pechino ha negato che vi sia alcun divieto per i funzionari di acquistare o utilizzare telefoni stranieri, iPhone incluso, dopo che sono uscite notizie che indicavano il contrario.

“La Cina non ha emanato leggi, regolamenti e documenti politici che proibiscano l’acquisto e l’uso di smartphone di marche straniere, incluso l’iPhone”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning.

Le azioni Apple sono crollate bruscamente la scorsa settimana dopo che sono circolate notizie di significative restrizioni cinesi sugli iPhone negli uffici governativi e negli enti sostenuti dallo Stato. 

 

AGI – La novità più importante dell’iPhone 15 che sarà presentato oggi probabilmente Steve Jobs non l’avrebbe mai permessa. La battaglia condotta da Apple per mantenere la porta lightning per caricare la batteria e collegare gli accessori rischiava di tenere l’azienda fuori dal mercato europeo e la concessione di passare alle porte usb-c sui Mac era un segnale della inevitabilità di questo passaggio epocale

L’Unione insiste sul fatto che tutti i telefoni e altri piccoli dispositivi dovranno essere compatibili con i cavi di ricarica usb-c a partire dalla fine del prossimo anno, una mossa che, secondo Bruxelles, ridurrà gli sprechi e farà risparmiare denaro ai consumatori. 

Con il caricabatterie comune, stiamo tagliando i costi per i consumatori, e fa bene anche all’ambiente”, ha detto in una nota il commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, aggiungendo che la mossa farebbe risparmiare ai consumatori 250 milioni di euro (270 milioni di dollari) ogni anno.

L’azienda sosteneva da tempo che il suo cavo fosse più sicuro dei caricabatterie usb-c, che sono ampiamente utilizzati dai rivali, incluso il più grande produttore di smartphone al mondo, Samsung.

Apple, ancora la più grande azienda al mondo per capitalizzazione di mercato, non ha rivelato cosa intende annunciare all’evento “Wonderlust” di martedì, ma di solito svela i nuovi iPhone in questo periodo dell’anno e mentre Apple si trova ad affrontare un calo delle vendite di iPhone, con prezzi più alti che spingono i clienti a ritardare il passaggio a modelli più recenti.

L’azienda è anche coinvolta nelle turbolenze diplomatiche tra Stati Uniti e Cina, con il governo comunista determinato a vietare ai dipendenti pubblici di utilizzare gli iPhone.

Vendite ‘tiepide’

Come qualsiasi altra azienda, Apple preferirebbe vantarsi di nuove brillanti funzionalità piuttosto che di nuove porte di ricarica, ma gli analisti concordano sul fatto che sarà il passaggio alla usb-c a conquistare i titoli sulla stampa e sui siti.

Il principale analista di Insider Intelligence, Yory Wurmser, ha affermato che l’iPhone ha bisogno di “un grande ciclo” dopo le recenti vendite “tiepide”. Oggi verranno probabilmente presentati i nuovi modelli di Apple Watch e AirPod, “ma è l’iPhone 15 che determinerà davvero come sarà Apple il prossimo anno”.

Aumento dei prezzi?

Insieme ai miglioramenti  di rito alle fotocamere e ai chip di iPhone, secondo Wurmser Apple dovrebbe annunciare l’aumento dei prezzi sui suoi modelli Pro. Apple ha subito un calo del 2,4% nelle vendite di iPhone, che rappresentano quasi la metà dei ricavi totali. Le azioni hanno risentito delle notizie di significative restrizioni cinesi sugli iPhone negli uffici governativi e negli enti sostenuti dallo stato.

“La Cina è un mercato molto importante per Apple, quindi qualsiasi sentimento negativo da parte del governo cinese nei confronti di Apple è preoccupante”, ha detto l’analista Greengart.

Apple ha registrato ricavi dalla Cina per 15,8 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, quasi il 20% dei ricavi totali. I dirigenti hanno sottolineato l’aumento delle vendite in Cina in un periodo in cui le vendite complessive sono diminuite.

L’analista di Wedbush Dan Ives ha stimato che un divieto del governo cinese interesserebbe meno di 500.000 iPhone dei circa 45 milioni che si prevede saranno venduti nel Paese nel prossimo anno.

Gli ordini scatteranno dal 15 settembre

I nuovi iPhone 15 e iPhone 15 Plus – spiega l’azienda di Cupertino – presentano la Dynamic Island e un sistema di fotocamere avanzato. Una potente fotocamera principale da 48MP consente di scattare foto a risoluzione super alta e il nuovo teleobiettivo 2x per uno zoom ottico a tre livelli; introdotti anche i ritratti di nuova generazione. Con il chip A16 Bionic per prestazioni potenti, connettore USBC, Posizione precisa per Trova i miei amici e robustezza all’avanguardia nel settore, iPhone 15 e iPhone 15 Plus “rappresentano un enorme passo avanti”, fa notare Apple.

iPhone 15 e iPhone 15 Plus saranno disponibili in cinque nuovi colori: rosa, giallo, verde, blu e nero. Sarà possibile preordinarli da venerdì 15 settembre, con disponibilità a partire da venerdì 22 settembre.

Sicurezza prima di tutto

La linea iPhone 15 offre inoltre funzioni di sicurezza fondamentali per offrire assistenza quando conta di più, tra cui Rilevamento incidenti e SOS emergenze via satellite (attualmente disponibile in 14 Paesi e tre continenti). Entro la fine del mese il servizio per la sicurezza sarà disponibile anche in Spagna e Svizzera. 

“iPhone 15 e iPhone 15 Plus rappresentano un enorme passo avanti, con entusiasmanti innovazioni nel sistema di fotocamere che stimolano la creatività, l’intuitiva Dynamic Island, e il chip A16 Bionic, per prestazioni potenti e comprovate,” ha detto Kaiann Drance, Vice President of Worldwide iPhone Product Marketing di Apple. “Quest’anno stiamo spingendo ai massimi livelli anche la fotografia computazionale, con una fotocamera principale da 48MP che offre una nuova impostazione predefinita da 24MP per foto a risoluzione incredibilmente alta, una nuova opzione di teleobiettivo 2x e ritratti di nuova generazione”.

I prodotti Apple carbon neutral

 Apple ha annunciato i primi prodotti carbon neutral nella nuova linea di Apple Watch. Le innovazioni progettuali e l’energia pulita – spiega la società – hanno favorito una sostanziale riduzione nelle emissioni originate dai prodotti arrivando fino a oltre il 75% per ogni Apple Watch carbon neutral. Questo traguardo segna un grande passo verso l’ambizioso obiettivo Apple per il 2030 di rendere ogni prodotto carbon neutral entro la fine del decennio, un piano che include anche l’intera filiera e il ciclo di vita di ogni prodotto realizzato da Apple.

Nell’ambito dell’obiettivo per il 2030 e degli sforzi più ampi dell’azienda a tutela dell’ambiente, Apple ha deciso anche di dismettere il cuoio nell’intera linea di prodotti; il packaging per la nuova linea di Apple Watch sarà realizzato per la prima volta con un materiale a base di fibre, e ha ampliato l’uso di materiali riciclati su iPhone. L’azienda ha, inoltre, introdotto sull’app Casa la funzione Previsioni rete elettrica, un nuovo strumento che aiuterà gli utenti a capire quando la rete elettrica utilizza energia più pulita, in modo da decidere quando farne uso.

“In Apple, il nostro impegno nella lotta al cambiamento climatico va avanti da anni. La nostra attenzione all’utilizzo di energia pulita e alla progettazione di prodotti a basse emissioni di carbonio ha già favorito la riduzione delle emissioni come nessuna altra azienda nel settore” ha detto Lisa Jackson, Vice President of Environment, Policy, and Social Initiatives di Apple. “Abbiamo raggiunto un importante traguardo rendendo lo smartwatch più amato al mondo carbon neutral, e non ci stancheremo di innovare per rispondere all’urgenza attuale.” 

AGI – Si è aperto in un tribunale federale di Washington il processo avviato dal governo degli Stati Uniti contro Google, accusata di aver abusato della posizione dominante del suo famoso motore di ricerca.

Il procedimento, che dovrebbe durare almeno dieci settimane, coinvolgerà un gran numero di testimoni e dovrà stabilire se, come sostiene l’Antitrust americana, Google ha pagato i maggiori produttori di smartphone per inserire di default il proprio motore di ricerca nei loro dispositivi.

Il processo vede il governo americano e più di una trentina di Stati e territori accusare la compagnia di aver creato illegalmente un monopolio, al punto da aver reso mondiale il nome “google” per indicare la ricerca su internet.

Il caso, che si discute alla corte federale di Washington, rappresenta una battaglia legale storica perché stabilirà o meno i confini entro cui i giganti della Silicon Valley possono muoversi nel mondo digitale. Il processo potrebbe avere riflessi non solo su Google ma su tutti i Bit Tech, i cui prodotti fanno parte della vita online di miliardi di persone.

Se Google dovesse uscire sconfitta, sarebbe costretta a ristrutturare il suo sistema, rivedere i profitti e aprire a una concorrenza più larga. Ci sarebbe un impatto anche sull’uso dell’intelligenza artificiale, che andrebbe incontro a nuove limitazioni, perché non riproduca di nuovo un sistema di monopolio.

Nel caso, invece, dovesse vincere in tribunale, la compagnia avrebbe strada libera e il governo ne uscirebbe ridimensionato nei suoi poteri di controllo. L’Antitrust ne uscirebbe ridimensionato.

Il precedente di Microsoft

Il processo arriva venticinque anni dopo quello storico, e il primo che riguardò il mondo digitale, avviato nei confronti di Microsoft, accusata nel 1998 di monopolio per aver inserito di “default”, in automatico, nel suo sistema operativo Windows il motore di ricerca Explorer.

In quel modo la compagnia di Bill Gates aveva tagliato fuori la concorrenza, in particolare Java e Navigator. I due casi sono diversi: Microsoft controllava tutto il sistema, mentre Google è accusata di aver stretto accordi da 45 miliardi di dollari l’anno per convincere i produttori di telefonini, da Samsung a Apple, a inserire il motore di ricerca Google in automatico.

Il primo processo si chiuse tre anni dopo con una sentenza a metà, né di aperta condanna né di aperta approvazione, che però, secondo alcuni analisti, schiuse le porte alla nascita delle start-up, tra cui la stessa Google, per competere nell’era moderna di internet.

Un monopolio anche nel vocabolario comune

Al centro del caso che si è aperto oggi, ma che è nato nel 2020 sotto l’amministrazione di Donald Trump, c’è un monopolio riassunto in un numero: 91. È quello riferito alla percentuale di mercato nel campo della ricerca su internet in mano a Google. La compagnia si difenderà sostenendo di dominare solo grazie al suo prodotto “superiore”, non attraverso tattiche illecite.

A emettere la sentenza non sarà una giuria popolare, ma un giudice, Amit P. Mehta, scelto nel 2014 dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, e considerato uno “non ostile” ai Big Tech. Però è stato lui, di recente, a sottolineare come “Google sia così ovunque da essere diventato un termine globale per indicare la ricerca su internet“. E il “googolare”, verbo universale nell’era digitale, sarà evocato molte volte nelle prossime dieci settimane, in cui sfileranno centocinquanta testimoni e verranno letti documenti, che fanno parte dei cinque milioni di pagine che gli studi legali delle parti in causa hanno raccolto in questi anni.

AGI – Si chiama “Homeni et Armi” e mira a essere la prima proprietà intellettuale crossmediale basata interamente sullo studio e sulla trascrizione di fonti archivistiche inedite del XV secolo. A progettarla, dopo anni di studio, il barese Fabio Belsanti, game designer e Ceo e fondatore di “AgeOfGames”, prima società videoludica pugliese ad aver vinto il bando Europeo del Creative Media nel settore dei videogames.

L’obiettivo del progetto crossmediale sperimentale trasformerà le imprese delle compagnie di ventura dell’Italia rinascimentale in viaggi multiesperienziali: videogiochi strategici e gestionali, con forte componente narrativa, visual novel, romanzi storici, saggi scientifici e divulgativi, giochi da tavola, wargame.

“Homeni et Armi nasce dal desiderio di creare un nuovo percorso autoriale all’interno del grande settore videoludico – spiega Belsanti – Si avvale, per questo, anche di contributi e collaborazioni di affermati game designer, studiosi, intellettuali, docenti ed esperti di storia e letteratura”.

Il videogioco, in particolare, uno strategico a turni, con alta componente narrativa, farà rivivere non solo le gesta di un nobile Signore alla guida di una variegata Compagnia di Ventura del Quattrocento, ma anche le multiformi storie dei tanti Homeni d’Arme, provenienti da svariati luoghi del continente europeo, e dei loro dimenticati servitori. “Vent’anni fa, durante i miei studi all’Università di Siena – aggiunge il Ceo di AgeOfGames – ho avuto modo di consultare e digitalizzare gli inediti e antichi libri contabili di un esercito mercenario del Rinascimento italiano. Una tesi che rappresentava, in Italia, uno dei primi esperimenti di digitalizzazione delle ricchissime fonti archivistiche del nostro Paese”.

Qui giace Cola di Trani, Prode Condottiero di Puglia, Visse Pugnando e Morì per Nulla

I libri contabili contengono la puntuale trascrizione di conti, paghe, acquisti e vendite che riguardavano ogni singolo uomo che faceva parte della compagnia. “Dallo studio di piccoli e grandi condottieri che appaiono nei libri, emerge un elemento ludico fondamentale: il disperato bisogno narrativo del tesoriere Francesco di Viviano che spesso, a margine dei conti, annotava gli eventi che interessavano ciascun guerriero, consentendoci, oggi, di scoprire molteplici storie di singoli componenti di un variegato esercito itinerante fatto da cavalieri, dame di corte, homeni d’arme, fanti (tra cui i primissimi archibugieri), servi e prostitute”, spiega Belsanti.  

Tra le figure ricordate c’è Micheletto Attendolo: “quest’uomo, appartenente a un’importante famiglia dell’aristocrazia guerriera tra il finir del Medioevo e il Rinascimento, è stato in parte dimenticato dalla ‘Grande Storia’, ma la sua figura, la sua immagine è stata cristallizzata da Paolo Uccello nella celebre ‘Battaglia di San Romano’, trittico le cui opere sono conservate, oggi, tra Parigi, Londra e Firenze”.

Tra gli uomini a servizio di Attendolo c’era Cola da Trani, coraggioso condottiero, nato appunto a Trani, in una data ignota (ma quasi sicuramente non troppo anteriore al 1400). “Sempre ben pagato – racconta il game designer – con Michelotto trovò la sua fortuna, ma un giorno, forse in crisi d’astinenza del buon pesce della sua casa sul mare, si spinse troppo oltre nel fiume Oglio nel tentativo di catturare un’anguilla e, presa una scivolata, a causa della corrente e della pesante armatura, morì annegato. La vita è strana e crudele anche con chi se la rischia quasi tutto il tempo in battaglia. E chissà – conclude Belsanti – se Cola oggi avesse una lapide forse così potremmo scrivere: “Qui giace Cola di Trani, Prode Condottiero di Puglia, Visse Pugnando e Morì per Nulla”.

AGI – Alla fine non ha vinto nessuno. Perché non era quello lo scopo della sfida portata in scena – letteralmente – nel corso del convegno “Intelligenza Artificiale – Opportunità o minaccia?” da WGI (Writers Guild Italia) nell’ambito delle Giornate degli Autori dell’80ma Mostra del cinema di Venezia.

È stata la prima sfida che ha visto contrapporsi in tempo reale un sistema di Intelligenza Artificiale contro uno sceneggiatore nella creazione di un pitch per un soggetto audiovisivo. L’incontro, realizzato in collaborazione con 100Autori, SIAE e ANAC, aveva l’obiettivo di riflettere sulla rivoluzione in corso generata dall’avvento dei nuovi sistemi di IA e si è concluso con l’esibizione dal vivo di Alex Braga in una performance musicale realizzata attraverso la prima IA in grado di suonare live con un artista tradizionale.

Hanno partecipato al convegno, moderato dalla sceneggiatrice Francesca Romana Massaro, il presidente di WGI, Giorgio Glaviano, con Alex Braga, padre della prima intelligenza artificiale in grado di suonare live con musicisti tradizionali, Andrea Marzulli, direttore della sezione cinema SIAE, l’avvocato Giacomo Ciammaglichella, specializzato nella tutela del diritto d’autore, Monica Zapelli, sceneggiatrice.

La sfida al centro dell’evento ha visto contrapporsi in tempo reale un sistema di Intelligenza Artificiale, guidato dallo sceneggiatore Andrea Traina, e il lavoro manuale creativo di un altro sceneggiatore, Vinicio Canton, nella realizzazione di un pitch per un soggetto audiovisivo.

Senza voler decretare un vero vincitore, la sfida ha mostrato le enormi potenzialità dell’IA applicate alla scrittura creativa, che hanno consentito in poco più di mezz’ora di realizzare non solo un pitch completo di sinossi e descrizione dei personaggi e degli ambienti, ma anche di un piccolo trailer esemplificativo del soggetto immaginato nel breve arco di tempo del convegno.

Gli interventi degli ospiti hanno evidenziato opportunità e criticità offerti dai sistemi di Intelligenza Artificiale come ChatGPT, Meta e OpenAI. Dal deep learning al problema dei diritti d’autore, il convegno ha consentito di scoprire quanto l’Intelligenza Artificiale stia rapidamente già trasformando il cinema, ridefinendo i limiti della creatività umana, dimostrando che ci troviamo all’alba di una nuova era che necessita ricerca oltre che regolamentazione.

AGI – L’avvento dell’Intelligenza Artificiale nell’industria cinematografica con il paradigmatico cambiamento che si prospetta nell’universo delle professioni creative è l’oggetto dell’evento “Intelligenza Artificiale – Opportunità o Minaccia?”, che si svolgerà domenica 3 settembre alle 16 nella Sala Laguna nell’ambito della ventesima edizione delle Giornate degli Autori della 80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, organizzato da WGI con l’intervento di 100 autori e Anac.

La conferenza, organizzata da WGI (Writers Guild Italia), si propone di approfondire, in modo anche provocatorio, il ruolo sempre più significativo dell’intelligenza artificiale (IA) nel processo di produzione cinematografica, con particolare attenzione alla scrittura della sceneggiatura.

L’Intelligenza artificiale rappresenta una minaccia o un’occasione di progresso? Attraverso un dialogo vivace, l’evento intende porsi come significativo momento di scambio di idee e sfida alle nozioni preconcette sul ruolo dell’IA nel settore creativo.

Con un approccio unico nel suo genere la conferenza consentirà di assistere a una vera e propria sfida dal vivo tra l’uomo e la macchina. Partendo da alcune suggestioni casuali fornite direttamente dal pubblico durante l’evento, uno sceneggiatore professionista si confronterà infatti con un avanzato programma di intelligenza artificiale nell’impresa di sviluppare un’idea cinematografica.

Obiettivo della sfida, che riserverà esiti sorprendenti e vedrà la platea autenticamente coinvolta dalle riflessioni sul tema, non sarà quello di determinare un “vincitore”, ma di portare i partecipanti a considerare i potenziali benefici e le possibili insidie dell’IA nel cinema.

Può l’IA contribuire a generare una narrazione avvincente? Può agevolare la creazione di personaggi multidimensionali e colpi di scena avvincenti? Oppure sono queste capacita’ intrinsecamente umane che non possono essere replicate dagli algoritmi? E, soprattutto, può aiutare lo sceneggiatore professionista a presentare le proprie idee in modo più efficace?

Oltre alla sfida dal vivo, la conferenza ospiterà esperti rappresentanti del settore, accademici e pionieri della tecnologia, tra cui Alex Braga, padre della prima intelligenza artificiale in grado di suonare live con musicisti tradizionali, sviluppata con i professori Francesco Riganti e Antonino Laudani dell’Università RomaTRe, che interverrà nel dibattito portando anche una piccolo estratto del suo lavoro dal vivo.

All’incontro moderato dalla sceneggiatrice Francesca Romana Massaro partecipano anche gli autori Vinicio Canton, Enrico Caria, Andrea Traina e Monica Zappelli, l’avvocato Giacomo Ciammaglichella  e Andrea Marzulli direttore della Sezione Cinema della SIAE.

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