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(AGI) – Roma, 15 mar. – A febbraio 2016, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora piu’ bassi. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si e’ attestato al 2,40% toccando il minimo storico (2,49% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Lo rende noto l’Abi nel rapporto mensile. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si e’ collocato all’1,90%, 2,03% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti e’ risultato pari al 3,20%, toccando il minimo storico (3,25% il mese precedente; 6,18%, prima della crisi, a fine 2007). Sempre a febbraio il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e societa’ non finanziarie) in Italia si e’ collocato all’1,14% (1,16% il mese precedente; 2,89% a fine 2007). Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) si e’ attestato allo 0,49% (0,50% il mese precedente), quello sui PCT a 1,31% (1,26% il mese precedente). Il rendimento delle obbligazioni e’ risultato pari al 2,94%, 2,94% anche il mese precedente. Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e societa’ non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a febbraio 2016 e’ risultato pari a 206 punti base (209 punti base il mese precedente). Prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007). Secondo l’Abi, si conferma in ripresa il mercato dei mutui in Italia. Nel suo ultimo rapporto, l’Abi scrive che “sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a gennaio 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva dello 0,8% nei confronti di fine gennaio 2015”. Sul fronte dei depositi, a fine febbraio sono aumentati, di 44,5 mld di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +3,5% in lieve accelerazione rispetto al +3,3% di gennaio), mentre diminuisce, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioe’ tramite obbligazioni, (a febbraio 2016: -14,4%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 62,3 miliardi di euro). L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra a febbraio 2016 una variazione su base annua di -1%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela e’ passata da 1.513 a 1.678,2 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di circa 165,5 miliardi. (AGI)
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(AGI) – Roma, 15 mar. – I sindacati dei lavoratori metalmeccanici hanno chiesto formalmente un incontro con i presidenti di Federmeccanica e Assistal sullo stato della trattativa. All’incontro in plenaria tenuto in Confindustria, la Federmeccanica ha ribadito le sue posizioni; i sindacati da parte loro hanno predisposto un documento con le valutazioni comuni sullo stato della trattativa e il percorso della mobilitazione. “L’incontro con i vertici di Federmeccanica – ha riferito il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – dovra’ tenersi entro questa settimana o al massimo entro la prossima, se non va bene siamo pronti a proclamare lo sciopero”. Fim, Fiom e Uilm convocheranno quindi unitariamente gli attivi regionali, cosa che non accadeva da otto anni, ed avvieranno le assemblee nei posti di lavoro; lo sciopero dovrebbe essere indicativamente verso meta’ aprile. La ritrovata condivisione e’ sembrata per un attimo venir meno nel corso della mattinata a seguito delle richieste della Fim di definire delle regole di comportamento se dovessero verificarsi ancora tensioni o violenze fra i membri dei diversi sindacati. La questione si e’ risolta – ha riferito Palombella – con “l’impegno politico di tutta la segreteria” a far rispettare “la coerenza dei comportamenti”. Il documento, ha fatto notare ancora il leader Uilm, segna un cambiamento perche’ puo’ portare ad una “sintesi unitaria”, anche in altre vertenze importanti. “Dobbiamo provare a rinunciare a pezzi di autonomia nel segno della ritrovata unita’”, ha detto in assemblea. “Il percorso di ricomposizione unitaria non si costruisce con un interruttore”, ha fatto pero’ presente il leader Fim, Marco Bentivogli. “Il tentativo che si apre oggi – ha aggiunto – non e’ propagandistico. Questa nuova fase si apre se cambia il clima nei luoghi di lavoro, se viene garantito il rispetto e recuperiamo la capacita’ di sintesi”. “Federmeccanica ci ha rimesso assieme – ha notato ancora – con la sua ostinazione a non negoziare”. “La nuova unita’ deve dimostrare – ha insistito Bentivogli – capacita’ di sintesi in avanti”; scioperare appare quindi inevitabile ma bisogna mettere al centro il merito del negoziato”. Il leader Fiom, Maurizio Landini, non ha voluto “nascondere le difficolta’ del confronto”, ma ha notato l’importanza di una posizione unitaria che deve servire a far cambiare idea a Federmeccanica. Landini ha detto di non farsi “illusioni particolari” per l’incontro con i presidenti delle federazioni degli imprenditori ed e’ importante che lo sciopero “funzioni bene” non solo perche’ e’ unitario, ma perche’ deve esserci un consenso sui contenuti, da costruire anche fuori della categoria: “Serve una responsabilita’ diffusa ad ogni livello”. (AGI)
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(AGI) – Roma, 15 mar. – L’Eremo Tuscolano 2013 di Mario Masini sara’ presente a Vinitaly, alla degustazione dei migliori vini italiani premiati con i Tre Bicchieri 2016. Giudicato come ‘miglior Frascati superiore dell’anno” dalla commissione d’assaggio della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso 2016, l’Eremo Tuscolano 2013 entra ‘di diritto’ nel top della degustazione, a Verona, durante il piu’ importante salone del vino italiano, che festeggia i 50 anni.
Sara’ anche l’ultima uscita pubblica per l’Eremo Tuscolano 2013 che passa il testimone all’Eremo Tuscolano 2014, presentato per la prima volta in assaggio proprio in questa occasione. Un momento di confronto tra le due annate che difficilmente si ripetera’ a stretto giro. (AGI)
Red

(AGI) – Roma, 15 mar. – L’Istat oggi ha confermato che l’Italia e’ tornata in deflazione, segnando un calo dei prezzi al consumo dello 0,3% su base annua e dello 0,2% su base mensile, per effetto di una flessione generalizzata dei listini di quasi tutte le tipologie di prodotto, a cominciare dagli alimentari non lavorati, che hanno perso l’1,2% tendenziale guidati dal crollo dei vegetali freschi (-10,9%). Lo afferma la Cia-Agricoltori Italiani in merito ai dati definitivi sull’inflazione a febbraio diffusi dall’Istituto nazionale di statistica.
Ma e’ nelle campagne che continua a registrarsi la situazione peggiore. I prezzi corrisposti agli agricoltori sono scesi solo a gennaio, secondo gli ultimi dati Ismea, del 7,9% tendenziale -ricorda la Cia- e, se si guarda alle ultime settimane, il quadro peggiora drammaticamente. Rispetto a un anno fa le arance hanno ceduto il 39% del loro valore, i kiwi il 20%, i pomodori il 31% e le zucchine sono pagate ai produttori il 57% in meno; senza dimenticare il crollo vertiginoso del prezzo del latte alla stalla, mai cosi’ basso negli ultimi anni.
Insomma “la situazione di difficolta’ che sta interessando il settore primario e’ ormai sempre piu’ diffusa -commenta il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino- Sempre piu’ spesso i prezzi non coprono piu’ nemmeno i costi di produzione e, a rendere il contesto ancora piu’ incerto, e’ l’assenza di risposte sul fronte diplomatico nella gestione della crisi con la Russia. Una crisi che gli agricoltori non hanno generato, ma sulle cui spalle stanno ricadendo le conseguenze. Ecco perche’ da un lato e’ necessario mettere in campo iniziative e strumenti necessari a dare risposte alle difficolta’ del settore primario, aggravate dai cambiamenti climatici con eventi estremi sempre piu’ frequenti e dall’altro -aggiunge Scanavino- lavorare per un riequilibrio dei rapporti di filiera al fine di riconoscere il ruolo centrale della componente agricola e di trasferire quel valore che ora e’ concentrato al consumo”.(AGI)
Bru

(AGI) – Roma, 15 mar. – Crollano i prezzi nelle campagne italiane, dal -43% per cento dei pomodori al -27 % per il grano duro fino al -30% per le arance rispetto all’anno scorso. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Ismea a febbraio 2016 dai quali si evidenzia che la deflazione taglia le quotazioni al di sotto dei costi di produzione e mette a rischio il futuro dell’agricoltura italiana, in occasione della divulgazione dei dati Istat sull’inflazione a febbraio. Anticipo dei calendari di maturazione, accavallamento dei raccolti, varieta’ tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilita’ poi, sono questi -sottolinea la Coldiretti – solo alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo sulle verdure che subiscono anche la pressione delle importazioni, determinate dall’accordi agevolati stipulati dall’Unione Europea. L’accordo commerciale tra Unione Europea ed il Marocco ha provocato l’invasione di pomodori con una crisi senza precedenti della produzione nazionale, che si concentra in Puglia e Sicilia, dove si coltiva il pregiato pomodoro Pachino. L’accordo con il Marocco – sottolinea la Coldiretti – e’ fortemente contestato dai produttori agricoli perche’ nel paese africano e’ permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa ma anche perche’ le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Ma a pesare – continua la Coldiretti – sono anche gli effetti dell’embargo Russo che ha azzerato le esportazioni verso il Paese di Putin. In difficolta’ – precisa la Coldiretti – anche gli agrumi con una pianta di arance su tre (31%) che e’ stata tagliata negli ultimi quindici anni, ma si sono anche verificati il dimezzamento dei limoni (-50%) e una riduzione del 18% delle piante di clementine e mandarini. Sotto accusa e’ il fatto che “a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge che aumenta la quantita” minima di succo nelle bibite a base d’arancia dal 12 al 20% non e’ stato ancora emanato il decreto applicativo. Ma manca trasparenza anche sulla reale origine dei succhi di frutta in etichetta. Un problema che – conclude la Coldiretti – riguarda anche il grano con un pacco di pasta su tre che viene dall’estero senza alcuna informazione per il consumatore.(AGI)

Bru

(AGI) – Roma, 15 mar. – Si conferma in ripresa il mercato dei mutui in Italia. Lo afferma l’Abi nel suo ultimo rapporto aggiungendo che “sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a gennaio 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva dello 0,8% nei confronti di fine gennaio 2015”.
Sul fronte dei depositi, a fine febbraio sono aumentati, di 44,5 mld di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +3,5% in lieve accelerazione rispetto al +3,3% di gennaio), mentre diminuisce, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioe’ tramite obbligazioni, (a febbraio 2016: -14,4%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 62,3 miliardi di euro). L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra a febbraio 2016 una variazione su base annua di -1%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela e’ passata da 1.513 a 1.678,2 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di circa 165,5 miliardi.
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(AGI/AFP) – New York, 15 mar. – Wall Street apre in calo in linea con le borse europee. Pesano il dato negativo sulle vendite al dettaglio in Usa e l’attesa per le decisioni di politica monetaria che la Federal Reserve comunichera’ domani.
L’indice Dow Jones perde lo 0,46% a 17.150 punti, lo S&P 500 scende dello 0,54% a 2.009 punti, il Nasdaq arretra dello 0,42% a 4.730 punti. (AGI)
Rme/Fra

(AGI) – Milano, 15 mar. – Piazza Affari peggiora nella seconda parte della seduta, appesantita da decise flessioni nel comparto bancario: il Ftse Mib cede l’1,22% a 18.750 punti e l’All Share l’1,13% a 20.380 punti. In un’Europa negativa, Milano e’ la maglia nera in attesa dell’avvio di Wall Street; in mattinata anche le borse asiatiche avevano perso terreno.
Tra i titoli principali di piazza Affari, registra prese di beneficio Mps (-5,83%) dopo il balzo della vigilia; in forte calo anche Bpm (-4,62%) e Bper (-3,9%). Scendono Mediobanca (-3,07%), Intesa Sanpaolo (-1,42%) e Unicredit (-1,6%).
Rallenta ma conserva segno positivo, in controtendenza, Campari (+0,36%) dopo l’annuncio dell’operazione Grand Marnier. Bene Telecom (+1,55%). In ribasso l’energia, con Eni -0,9%, Saipem -2,62% ed Enel -0,67%. Nel lusso, Tod’s cede il 4,63% all’indomani della pubblicazione dei conti; giu’ Ferragamo (-4,52%), Luxottica (-1,18%) e Yoox Net-a-porter (-2,33%).
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(AGI) – Roma, 15 mar. – Le borse europee accrescono le loro perdite, in attesa della Fed di domani e dopo che oggi la Boj ha lasciato invariata la sua politica monetaria. Pesa anche la discesa del prezzo del petrolio. Londra cede lo 0,55%. A Milano l’indice Ftse Mib segna -1,28%. Parigi perde l’1,06% e Francoforte lo 0,74%.
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(AGI) – Londra, 15 mar. – Il Financial Times, la Bibbia della City, ‘promuove’ l’Italia. “Gli investitori stranieri si stanno reinnamorando di Milano e di altre citta’” italiane: e’ il sottotitolo di un articolo del Ft in cui analizza nuovi accordi commerciali e di investimenti appena conclusi o in progetto nel Belpaese, ancora in grado di offrire, secondo il giornale, “un certo sapore di dolce vita”. Il Financial Times cosi’ cita diverse operazioni, come l’acquisto da parte del gruppo cinese Fosun dell’ex sede di UniCredit a Milano, per 345 milioni euro, un simbolo di quella che e’ ancora “la terza economia dell’eurozona”. Ancora, vengono citati i progetti di realta’ come Coima Res e De Agostini nel settore immobiliare e vengono intervistati esperti di investimenti che sottolineano un generale aumento dei volumi in arrivo dall’estero. Il FT poi cita chiaramente fra i motori di Milano l’Expo del 2015, mentre Roma “sta indietro” per i vari scandali che hanno sconvolto la capitale, per le dimissioni di Ignazio Marino e per un interesse molto meno acceso da parte degli investitori, sottolinea il quotidiano economico. Rimane tuttavia nell’articolo del Financial Times una fiducia per l’economia italiana, nonostante il quotidiano sottolinei come la crescita del Pil nel Paese sia stata inferiore a quella di altre realta’ europee.
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