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Roma – La Maserati Levante sara' commercializzata da maggio in Europa al prezzo di 72 mila euro, in seguito anche sui mercati dell'Asia e degli Stati Uniti. Il primo suv della storia della Casa del Tridente, svelato oggi al Salone di Ginevra alla presenza del presidente del gruppo Fca John Elkann e dell'a.d Sergio Marchionne, viene prodotto nello stabilimento di Mirafiori.

LA VETTURA Il nuovo SUV della Casa del Tridente e' basato sull'architettura delle berline Quattroporte e Ghibli, ulteriormente sviluppata e messa a punto per essere adeguata alle aspettative del nuovo segmento di mercato in cui Maserati entra per la prima volta. La tecnologia di cui ogni Levante e' dotato, e' stata studiata per offrire le migliori performance sia su strada che in fuori strada.

Le sofisticate sospensioni, a doppio quadrilatero all'anteriore e multi-link al posteriore, abbinate ad ammortizzatori elettronici a smorzamento controllato e a quattro molle ad aria regolabili, consentono durante la guida fino a 5 differenti livelli di altezza da terra (oltre ad un ulteriore livello ribassato per il parcheggio), contribuendo radicalmente alla maneggevolezza del veicolo.

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Inoltre, con il baricentro piu' basso della categoria, una distribuzione dei pesi perfettamente bilanciata tra anteriore e posteriore (50-50), alti livelli di rigidezza flessionale e torsionale, e un differenziale posteriore autobloccante meccanico di serie, Levante offre nella guida su strada le prestazioni e le emozioni tipiche di ogni Maserati. L'altezza da terra regolabile del corpo vettura, e' particolarmente utile nella guida in fuori strada e garantisce un confort di bordo ai vertici della categoria; quando portata al minimo da terra, consente al veicolo le migliori prestazioni sportive. Levante e' dotato di motorizzazioni V6 Twin-Turbo a benzina da 3 litri, con potenze da 350 e 430 cavalli, e di un propulsore Diesel V6 Turbo da 3 litri, con 275 cavalli. Tutte le motorizzazioni sono accoppiate al sistema di trazione integrale intelligente "Q4" – capace all'occorrenza di trasferire istantaneamente la coppia tra gli assali – al cambio automatico a 8 velocita' e dotate di sistema Start&Stop integrato.

LE PRESTAZIONI

Lato prestazioni, il Levante S (430 cavalli) copre lo 0-100 km/h in 5,2 secondi, ha una velocita' di punta di 264 km/h, consumi ed emissioni sul ciclo combinato rispettivamente di 10,9 l/100 km e 253 g-CO2/km. Il Levante (350 cavalli) scatta da 0 a 100 km/h in 6,0 secondi, raggiunge una velocita' massima di 251 km/h, con consumi ed emissioni sul ciclo combinato rispettivamente di 10,7 l/100 km e 249 g-CO2/km. La motorizzazione Diesel di Levante (275 cavalli) copre lo 0-100 km/h in 6,9 secondi, ha una velocita' di punta di 230 km/h, mentre consumi ed emissioni sul ciclo combinato sono rispettivamente di 7,2 l/100 km e 189 g-CO2/km.

PACCHETTI OPZIONALI

Per Levante sono previsti due pacchetti opzionali, uno Luxury e l'altro Sport; ognuno e' caratterizzato sia da contenuti estetici, sia tecnici e permettono al cliente di personalizzare la vettura sia sugli esterni, sia sugli interni. Anche la lista di accessori, specificamente concepiti e progettati per assecondare gli elevati standard di qualita' e funzionalita' della vettura, e' la piu' vasta di sempre, spaziando dalle soluzioni che facilitano le operazioni di carico/scarico del vano bagagli, agli oggetti di utilita' quotidiana, fino alle diverse opzioni legate al trasporto su tetto o rimorchio. Maserati Levante viene prodotto presso l'impianto di Mirafiori a Torino, all'interno di un'area dedicata, completamente riprogettata e modernizzata; le prime vetture sono gia' uscite dalla linea di montaggio e la commercializzazione, in Europa, e' prevista a partire dalla prossima primavera, a cui seguira' il resto del mondo. Il prezzo ufficiale per il mercato Svizzero, dove Levante ha debuttato, e' di 75.900 CHF. (AGI) .

Roma – Il 2015 è stato "l'ennesimo anno da record" per la lotta all'evasione: sono stati recuperati 14,9 miliardi di euro a fronte dei 14,2 miliardi del 2014. Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi presentando i risultati del 2015. E ha annunciato: chi non ha risposto all'approccio collaborativo dell'Agenzia delle Entrate "conoscerà il lato oscuro dell'accertamento". In relazione allo spesometro, Orlandi ha sottolineato che "solo una parte molto limitata dei fornitori ha risposto alla richiesta dell'agenzia: 817 su 13.626". Per quanti non hanno accolto gli inviti alla compliance fiscale, ha aggiunto, partiranno i controlli.
Nel 2015 l'Agenzia delle Entrate ha erogato 3.380.000 rimborsi: circa 16 miliardi sono stati restituiti a cittadini e imprese, ha aggiunto Orlandi sottolineando i tempi ridotti con cui si è proceduto. In particolare 625mila rimborsi sono stati erogati a persone prive di datori di lavoro e quindi "in difficoltà. In 20 mesi inoltre sono state emesse 28 milioni di fatture elettroniche.

Successo dovuto, ha osservato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, grazie alla "qualità del lavoro" dell'Agenzia delle Entrate. Il Governo, ha ricordato Padoan, è impegnato in una "radicale riforma dell'amministrazione fiscale": il nuovo sistema "trasforma il fisco da verificatore ex post a soggetto che agevola gli adempimenti" fiscali attraverso "un approccio collaborativo".

"Il 2015 è stato l'anno record nella lotta all'evasione con 14,9 miliardi di euro recuperati dallo Stato, alla faccia di tutti quelli che criticavano il nostro governo su questo. Sarebbe interessante recuperare le dichiarazioni di alcuni esponenti politici, anche di maggioranza, su questo". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commenta su Facebook i dati dell'Agenzia delle entrate. (AGI) 

(AGI) – Roma, 1 mar. – “Al di la’ degli annunci di nuovi tagli di tasse, che andranno comunque collocati in un quadro di compatibilita’, andrebbero valutati i gli impatti dei tagli gia’ effettuati”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, confermando l’agenda fiscale del governo. Il ministro ha poi commentato i dati diffusi oggi dall’Istat su crescita e occupazione: “Il governo mantiene i suoi impegni di finanza pubblica e li mantiene in un contesto in cui la crescita c’e’ e i dati sull’occupazione sono incoraggianti. La strategia del governo – ha aggiunto – deve andare avanti lungo le linee seguite finora”. (AGI)
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Roma – Nel 2015 il Pil dell'Italia ai prezzi di mercato e' stato pari a 1.636.372 milioni di euro correnti, con un aumento dell'1,5% rispetto all'anno precedente. In volume il Pil e' aumentato dello 0,8%, registrando una crescita dopo tre anni consecutivi di flessioni. Lo comunica l'Istat. L'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, e' stato pari al -2,6%, a fronte del -3,0% del 2014. L'avanzo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil e' stato pari all'1,5% (1,6% nel 2014).

Crescono i contratti a tempo indeterminato, ferma la disoccupazione

La stima provvisoria, che e' stata rivista, cifrava un Pil in crescita dello 0,7%. Dal lato della domanda interna nel 2015 si registrano, in termini di volume, variazioni positive nei consumi finali nazionali (0,5%) e negli investimenti fissi lordi (0,8%). Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 4,3% e le importazioni del 6,0%. La domanda interna – spiega l'Istat – ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per 0,5 punti percentuali (1,0 al lordo della variazione delle scorte) mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto negativo per 0,3 punti. A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (3,8%), nell'industria in senso stretto (1,3%) e nelle attivita' dei servizi (0,4%). Le costruzioni hanno invece registrato un calo dello 0,7%. La crescita del Pil e' stata accompagnata nel 2015 da un incremento significativo delle importazioni di beni e servizi (+6,0%;) l'insieme delle risorse disponibili, misurate in termini di volume, e' aumentato rispetto all'anno precedente dell'1,9%. Dal lato degli impieghi si e' registrato un aumento dello 0,8% degli investimenti fissi lordi e dello 0,5% dei consumi finali nazionali. Il contributo alla variazione del Pil della domanda nazionale al netto delle scorte e' risultato positivo per 0,5 punti e quello della variazione delle scorte ha contribuito per altri 0,5 punti, mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto negativo per 0,3 punti percentuali.

Per quanto riguarda, in dettaglio, le stime del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche relative all'anno 2015, l'indebitamento netto in rapporto al Pil e' stato pari al -2,6%, a fronte del -3,0% dell'anno precedente. In valore assoluto l'indebitamento e' di -43.101 milioni di euro, in diminuzione di oltre 5,5 miliardi rispetto a quello dell'anno precedente. Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) e' risultato positivo e pari a 25.326 milioni di euro, con un'incidenza sul Pil dell'1,5% (nel 2014 era stata pari all'1,6%). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle Amministrazioni pubbliche) e' stato positivo e pari a 16.336 milioni di euro, a fronte dei 4.408 milioni del 2014. Tale miglioramento e' il risultato di un aumento delle entrate correnti di circa 6,4 miliardi di euro e di una diminuzione delle uscite correnti di circa 5,6 miliardi. (AGI)

 

Bruxelles- Scende in gennaio la disoccupazione in Europa : come certifica Eurostat, il dato registrato nel primo mese dell'anno e' pari al 10,3% nel'Eurozona (era 10,4% in dicembre), ovvero il livello piu' basso dall'agosto del 2011. Nell'Ue a 28 paesi, la disoccupazione e' scesa all'8,9%, per la prima volta sotto il 9% dopo quasi 7 anni (maggio 2009). A essere disoccupati in gennaio erano 21,789 milioni di europei (di cui 16,647 nell'Eurozona), in calo di 163 mila rispetto a dicembre e di oltre 2 milioni rispetto al gennaio 2015 (di cui 1,445 milioni di disoccupati in meno solo nei 19 paesi della moneta unica). Nello stesso mese di gennaio, il tasso di disoccupazione negli Usa era pari al 4,9% (5,7% un anno prima).

Quanto alla disoccupazione giovanile, e' scesa al 22% nell'Eurozona e al 19,7% in Ue, contro rispettivamente il 22,8% e il 21% nel gennaio dell'anno scorso. In particolare, ad essere senza lavoro sono 4,434 milioni di giovani sotto i 25 anni nell'Ue, di cui 3,037 milioni nei soli 19 paesi dell'Euro. Con un tasso pari al 39,3%, in gennaio l'Italia si conferma al quarto posto per disoccupazione giovanile, dopo Grecia (48% nello scorso novembre), Spagna (45%), Croazia (44,1% nel quarto trimestre). I paesi con meno disoccupati sotto i 25 anni sono Germania (7,1%), Repubblica ceca (11%), Danimarca (11,1%) e Paesi bassi (11,2%). (AGI)

 

(AGI) – Bruxelles, 1 mar. – Scende in gennaio la disoccupazione in Europa : come certifica Eurostat, il dato registrato nel primo mese dell’anno e’ pari al 10,3% nel’Eurozona (era 10,4% in dicembre), ovvero il livello piu’ basso dall’agosto del 2011. Nell’Ue a 28 paesi, la disoccupazione e’ scesa all’8,9%, per la prima volta sotto il 9% dopo quasi 7 anni (maggio 2009). A essere disoccupati in gennaio erano 21,789 milioni di europei (di cui 16,647 nell’Eurozona), in calo di 163 mila rispetto a dicembre e di oltre 2 milioni rispetto al gennaio 2015 (di cui 1,445 milioni di disoccupati in meno solo nei 19 paesi della moneta unica). Nello stesso mese di gennaio, il tasso di disoccupazione negli Usa era pari al 4,9% (5,7% un anno prima). (AGI)
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Roma – Il tasso di disoccupazione in Italia a gennaio scorso e' stato pari all'11,5%, pressoche' invariato da agosto. Lo rileva l'Istat. La stima dei disoccupati a gennaio e' stabile, sintesi di un calo tra gli uomini e di una crescita tra le donne. La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello 0,4% (-63 mila). Il calo e' determinato dalla componente femminile e riguarda soprattutto le persone tra 50 e 64 anni. Il tasso di inattivita' scende al 35,7% (-0,1 punti percentuali). Al contempo, dopo il calo di dicembre 2015 (-0,2%), a gennaio la stima degli occupati cresce dello 0,3% (+70 mila persone occupate), tornando al livello di agosto. La crescita e' determinata dai dipendenti permanenti (+99 mila) mentre calano i dipendenti a termine (-28 mila) e gli indipendenti restano sostanzialmente stabili. L'aumento di occupati riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di occupazione, pari al 56,8%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Su base annua il numero di occupati e' in crescita dell'1,3% (+299 mila), mentre calano sia i disoccupati (-5,4%, pari a -169 mila) sia gli inattivi (-1,7%, pari a -242 mila). Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo novembre 2015-gennaio 2016 si registra il calo delle persone inattive (-0,3%, pari a -43 mila) a fronte di un lieve incremento dei disoccupati (+0,3 %, pari a +9 mila) e una sostanziale stabilita' del numero delle persone occupate.

A gennaio scorso, prosegue l'Istat, la crescita occupazionale rispetto al mese precedente interessa uomini e donne con la medesima intensita' (+0,3%). Il tasso di occupazione cresce di 0,2 punti percentuali per gli uomini, arrivando al 66,1% e di 0,1 punti per le donne, attestandosi al 47,5%. La stabilita' della disoccupazione nell'ultimo mese e' sintesi di un calo per gli uomini (-2,6%) e di un aumento per le donne (+3,3%). Il tasso di disoccupazione diminuisce di 0,3 punti percentuali per la componente maschile attestandosi all'10,9%, mentre aumenta di 0,3 punti per quella femminile arrivando all'12,4%. Il calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell'ultimo mese e' determinato dalla componente femminile (-0,8%), mentre per gli uomini si registra un lieve aumento (+0,1%). Il tasso di inattivita' rimane stabile tra gli uomini al 25,5%, mentre diminuisce di 0,3 punti percentuali tra le donne, arrivando al 45,7%. Nella media del periodo novembre 2015-gennaio 2016, il tasso di occupazione maschile e' stabile rispetto ai tre mesi precedenti, mentre quello femminile cresce di 0,1 punti percentuali. Sempre su base trimestrale, il tasso di disoccupazione cresce di 0,1 punti per gli uomini e diminuisce di 0,1 punti per le donne. Il tasso di inattivita' e' in calo sia per gli uomini sia per le donne di 0,1 punti. Nel confronto con gennaio 2015, il tasso di occupazione cresce sia per gli uomini (+1,2 punti percentuali) sia per le donne (+0,6 punti). Sempre su base annua, il tasso di disoccupazione cala per gli uomini (-0,6 punti) e per le donne (-0,8 punti). Anche il tasso di inattivita' e' in calo sia per la componente maschile (-0,8 punti) sia, in misura piu' lieve, per quella femminile (-0,1 punti). La crescita occupazionale a gennaio e' determinata dagli occupati dipendenti permanenti, mentre sono in calo i dipendenti a termine e restano sostanzialmente invariati gli indipendenti. La stima dei dipendenti continua a crescere, registrando a gennaio un aumento dello 0,4% (pari a +71 mila). Tale aumento e' determinato dalla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+0,7%, pari a +99 mila), mentre calano i dipendenti a termine (-1,2%, pari a -28 mila). Gli indipendenti nell'ultimo mese restano sostanzialmente invariati.

Nel periodo novembre 2015-gennaio 2016 i dipendenti aumentano dello 0,3% (+46 mila) rispetto ai tre mesi precedenti. La crescita e' determinata dai dipendenti permanenti (+0,9%, pari a +125 mila), mentre calano quelli a termine (-3,2%, pari a -79 mila). Nello stesso periodo gli indipendenti diminuiscono dello 0,9% (-49 mila). Rispetto a gennaio 2015, i dipendenti crescono del 2,7% (+448 mila), mentre gli indipendenti diminuiscono del 2,7% (-149 mila). Tra i dipendenti, la crescita e' spiegata quasi per intero dai permanenti che crescono nei dodici mesi del 2,9% (+426 mila), mentre quelli a termine crescono dello 0,9% (+22 mila). A gennaio 2016 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioe' la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), e' pari al 39,3%, in crescita di 0,7 punti percentuali rispetto al mese precedente. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono esclusi i giovani inattivi, cioe' coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perche' impegnati negli studi. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di eta' e' pari al 10,0% (cioe' un giovane su 10 e' disoccupato). Tale incidenza e' in lieve calo (-0,1 punti) rispetto a dicembre. Nell'ultimo mese cala tra i 15-24enni il tasso di occupazione (-0,5 punti) e cresce il tasso di inattivita' (+0,6 punti). Nella classe di eta' 25-34 anni si registra nell'ultimo mese una crescita del tasso di occupazione di 0,2 punti percentuali mentre il tasso di disoccupazione e quello di inattivita' diminuiscono di 0,1 punti. Tra i 35-49enni il tasso di occupazione cresce nell'ultimo mese di 0,3 punti percentuali, mentre calano sia il tasso di disoccupazione (-0,2 punti) sia il tasso di inattivita' (-0,1 punti). Per le persone di 50-64 anni a dicembre si osserva l'aumento di 0,3 punti percentuali per il tasso di occupazione, cresce anche il tasso di disoccupazione (+0,5 punti), mentre diminuisce di 0,6 punti il tasso di inattivita'.Con riferimento alla media degli ultimi tre mesi, si registra una crescita del tasso di occupazione tra le persone di 35 anni o piu' (rispettivamente +0,2 punti percentuali per i 35-49enni e +0,3 punti per i 50-64enni), mentre per i 25-34enni si osserva un calo di 0,4 punti percentuali e per i 15-24enni il tasso rimane stabile. Sempre su base trimestrale, il tasso di disoccupazione e' in calo per i 15-24enni (-0.9 punti percentuali) e in misura piu' lieve per i 35-49enni (-0,1 punti). Per le persone tra i 25 e i 34 anni il tasso di disoccupazione sale di 0,2 punti e per i 50-64enni sale di 0,6 punti. Il tasso di inattivita' cresce nel trimestre per i 15-34enni (+0,4 punti percentuali), mentre cala di 0,1 punti per i 35-49enni e di 0,7 punti per i 50-64enni. (AGI)

(AGI) – Parigi, 1 mar. – Le immatricolazioni automobilistiche in Francia salgono del 13% a febbraio a 166.741 unita’. Lo rileva l’associazione nazionale dei produttori. Psa Peugeot-Citroen avanza del 9,8%, Renault del 14,2% e VW cede l’1,9%. (AGI)

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(AGI) – Roma, 1 mar. – Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi apre a quota 129 dai 131 punti della chiusura di ieri. Il rendimento e’ all’1,41%. Il differenziale tra Bonos e Bund e’ di 140 punti, con un tasso dell’1,52%. (AGI)
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