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(AGI) – Madrid, 11 mag. – “L’Europa puo’ assorbire senza traumi” i profughi che sbarcano sulle sue coste nell’ambito dei fenomeni migratori. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “In Europa si sta affrontando il tema, e il presidente Juncker si sta muovendo con determinazione e chiarezza”, ha spiegato, “nessuno puo’ ignorare che quando questi uomini cercano un approdo alle coste italiane non cercano un approdo in Italia, ma all’Europa. Le coste italiane sono le coste dell’Europa e l’Europa deve fare presto, per creare occasioni di sviluppo altrimenti si avranno ondate ben piu’ grandi in futuro”. Per contrastare i fenomeni migratori occorre una “azione lungimirante per evitare, con uno sforzo proporzionalmente minore subito, difficolta’ molto piu’ grandi in futuro”. Lo ha chiesto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella indicando la necessita’ di creare occasioni di sviluppo nei Paesi d’origine dei flussi. .

(AGI) – CdV, 11 mag. – “Perche’ tanti potenti non vogliono la pace? Perche’ vivono delle guerre”. Sono parole di Papa Francesco nello straordinario dialogo di questa mattina con i bambini delle scuole primarie di Roma presenti in Aula Nervi all’udienza organizzata dalla Fondazione “Fabbrica della pace”.

Dietro le guerre, secondo il Papa c’e’ sempre anche “l’industria delle armi”. “Questo – ha osservato – e’ grave: alcuni potenti guadagnano la vita con la fabbrica delle armi e le vendono a questo paese perche’ vada contro quello… E’ l’industria della morte, la cupidigia che ci fa tanto male, la voglia di avere piu’ denaro”.

“Il sistema economico – ha denunciato Bergoglio – gira attorno al denaro e non all’uomo, alla donna… E si fa la guerra per difendere il denaro”. “Per questo certa gente non vuole la pace: si guadagna di piu’ con la guerra, solo che si guadagnano soldi ma si perdono le vite, la salute, l’educazione”. In proposito Francesco ha citato “un anziano prete” che diceva: “il diavolo entra per i portafogli”. “Il diavolo entra – ha scandito il Pontefice – attraverso la cupidigia”. “Per questo non vogliono la pace”, ha ripetuto sconsolato. Ai bambini, il Papa ha ricordato poi che “non puo’ esserci pace se non c’e’ giustizia” e ha chiesto loro di ripeterlo con lui tre volte ad alta voce.

Secondo Francesco, “la pace si costruisce ogni giorno, e se anche un giorno, lontano, diciamo con dolore, finalmente non ci saranno le guerre, anche allora si costruira’ la pace ogni giorno, perche’ la pace non e’ un prodotto industriale, e’ artigianele: si costruisce ogni giorno con il nostro volerci bene, con la nostra vicinanza. E in questo lavoro artigianale il rispetto alle persone e’ sempre sempre alla testa, al primo posto”.

Infatti, “la pace e’ prima di tutto che non ci siano le guerre ma e’ anche la gioia, che ogni giorno ci sia un passo avanti per la giustizia, perche’ non ci siano bambini malati e sofferenti: fare tutto questo e’ fare la pace: e’ un lavoro, non e’ stare tranquilli. E’ lavorare perche’ tutti abbiano la soluzione ai probelmi. Cosi’ si fa la pace artgianale. E in questo la religione ci aiuta perche’ ci fa camminare in presenza di Dio, ci aiuta perche’ ci da’ i comandamenti, le beatitudini, soprattutto il comandamento comune a tutte le fedi: amare il priossimo. E’ questo – ha concluso – che ci auta a tutti a fare la pace”.

In merito al tema del commercio delle armi, l’Osservatore Romano dedica oggi ampio spazio al Rapporto diffuso dal Sipri, l’Istituto sulla pace e il disarmo di Stoccolma, per il quale la spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2014 i 1800 miliardi di dollari. Il dato indica una flessione rispetto all’anno precedente dello 0,4 per cento, una diminuzione piu’ marcata nelle Americhe e in Europa occidentale a fronte di una preoccupante crescita in Asia, Medio oriente, Africa, Oceania ed Europa orientale.

I Paesi che piu’ hanno speso sono Stati Uniti, da sempre al primo posto assoluto, seguiti da Cina, Russia, Arabia Saudita e Francia. Washington ha speso 610 miliardi, cioe’ un terzo della spesa mondiale, meno che in passato. Nel 2014 – riporta l’Osservatore – i maggiori incrementi rispetto al 2013 sono stati registrati dall’Afghanistan, in vista del disimpegno occidentale. L’Europa ha speso 386 miliardi, di cui 292 dai Paesi occidentali e centrali e 94 miliardi da quelli dell’est. L’Ucraina a causa del conflitto in corso ha aumentato il budget 2014 del 23 per cento, rispetto all’anno precedente. La Polonia ha incrementato la spesa del 13 per cento e la Russia dell’8 per cento. Il riarmo di Mosca e’ pero’ precedente alla crisi ucraina. Per quanto riguarda il Medio oriente, la spesa ha raggiunto 196 miliardi, in forte crescita.

I Paesi che hanno maggiormente aumentato la spesa sono Iraq, Emirati Arabi, Arabia Saudita e Bahrein. Il Qatar, che e’ diventato un importante attore economico globale ha annunciato nel 2014 acquisti di armi per 24 miliardi di dollari. La spesa militare africana ha raggiunto i 50 miliardi di dollari, in notevole aumento. I due principali Paesi sono Algeria e Angola, ricchi di petrolio, rispettivamente con 12 e 7 miliardi. (AGI)

(AGI) – Roma, 11 mag. – Aumentano i posti di lavoro, soprattutto quello ‘fisso’. Lo rileva l’Inps, dai dati dell’Osservatorio sul precariato’. In particolare, nel primo trimestre aumentano, rispetto al corrispondente periodo del 2014, le assunzioni a tempo indeterminato (+91.277), mentre diminuiscono i contratti a termine (-32.117) e le assunzioni in apprendistato (-9.188).

Nel periodo considerato l’aumento complessivo delle nuove assunzioni e’ di 49.972 unita’. Nello stesso periodo diminuiscono di 135.684 unita’ le cessazioni di rapporti di lavoro, per cui il saldo netto dei rapporti di lavoro e’ pari a 185.656 unita’. Nei primi tre mesi del 2015 le nuove assunzioni a tempo indeterminato stipulate in Italia, rilevate da Inps, sono state 470.785, il 24,1% in piu’ rispetto all’analogo periodo del 2014.

Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine, comprese le “trasformazioni” degli apprendisti, sono state 149.041 (l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2014 e’ del 5%). Pertanto, la quota di assunzioni con rapporti stabili e’ passata dal 36,61 % del primo trimestre del 2014 al 41,84% del primo trimestre del 2015.

Renzi, strada ancora lunga, ma macchina e’ ripartita

In particolare, nel corso del mese di marzo 2015 la quota di nuovi rapporti stabili ha raggiunto la misura del 48,2%. Sul complesso delle assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel corso del mese di marzo 2015, oltre il 57% fruisce dell’esonero contributivo triennale introdotto dalla legge di stabilita’ 2015.

Nel periodo gennaio-marzo 2015, le cessazioni a tempo indeterminato sono state 382.157, il 7,6% in meno rispetto al primo trimestre del 2014, quando erano state 413.568. Sommate a quelle degli apprendisti e dei rapporti a termine, il numero delle cessazioni rilevate nel primo trimestre 2015 e’ di 1.012.389, l’11,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, quando erano state 1.148.073.

Sono ammontati a 319.873 i nuovi posti di lavoro subordinato nel I trimestre: e’ questa la differenza – secondo i dati forniti dall’Inps – tra i 1.332.262 nuovi rapporti di lavoro e 1.012.389 cessazioni.

In termini assoluti, facendo un confronto con il I trimestre 2014, si tratta di una variazione positiva di 185.656 posti: un vero e proprio ‘boom’ del 138,3%. Discorso a parte per quanto riguarda i posti di lavoro ‘fissi’: in particolare, dalle tabelle dell’Inps, si evince che nel I trimestre i rapporti a tempo indeterminato sono stati 203.151 (sommando ai nuovi rapporti di lavoro, anche le trasformazione di contratti a termine e di apprendistato in contratti a tempo indeterminato), con una variazione assoluta rispetto al I trimestre 2014 di 95.240 posti (+88,3%).

Soltanto i “nuovi” rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati invece 470.785 (con una variazione rispetto al I trimestre 2014 di 91.277 e cioe’ del 24,1%). Cio’ e’ stato possibile anche con il taglio dei contributi deciso nella legge di stabilita’. Sempre dalle tabelle dell’Inps, si evince che grazie alla misura introdotta dal governo, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 206.786, mentre le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine sono state 61.184. In totale sono 267.970. (AGI)

(AGI) – Roma, 11 mag. – “I dati ufficiali Inps sul lavoro ci dicono che la strada da percorrere e’ ancora lunga, ma la macchina finalmente e’ ripartita”. Lo scrive Matteo Renzi su Facebook. “Dopo cinque anni di crollo costante, tornano a crescere gli occupati. Il fatto che molti di questi contratti siano agevolati dalle misure del Jobsact (stabilita’, sgravi, tutele crescenti, taglio Irap) e’ sicuramente un fatto positivo”, aggiunge il premier. “Mi colpisce – osserva – che ci sia chi dice: ‘Beh pero’ una parte non sono nuovi contratti, ma regolarizzazioni e stabilizzazioni’, fa sorridere! Era infatti proprio quello che volevamo. Non e’ la stessa cosa per un precario vedere trasformato il proprio contratto a tutele crescenti: e’ una svolta per la vita di tanti ragazzi della nostra generazione. Perche’ significa un mutuo, le ferie, la maternita’”. “Naturalmente c’e’ ancora molto lavoro da fare. Ma grazie all’impegno di tutti e di ciascuno l’Italia ce la fara’”, conclude Renzi. .

(AGI) – Roma, 11 mag. – “La Banda Ultra Larga e’ obiettivo strategico. Non tocca a Governo fare piani industriali. Ma porteremo il futuro presto e ovunque #lavoltabuona“. Cosi’ il premier Matteo Renzi su twitter.

Intanto, il titolo Telecom e’ in picchiata oggi in Borsa a Milano dopo la diffusione dei ‘rumors’ che parlano dell’intenzione del governo di affidare a Enel (contollata dal Tesoro) il progetto per la banda ultralarga con la marginalizzazione quindi del gruppo privato delle telecomunicazioni.

Le azioni Telecom segnano un -2,92% a 1,02 euro con una perdita molto superiore all’andamento del Ftse Mib, in calo dello 0,73%.

 

Le voci non sembrano invece aver premiato fino a questo momento Enel che perde lo 0,71% a 4,19 euro per azione, in linea comunque con l’andamento del mercato. Sul piano per la fibra ottica il governo metterebbe sul piatto 6,5 miliardi in 5 anni. (AGI) .

(AGI) – Roma, 11 mag. – E’ un 30enne romano il violentatore e rapinatore della tassista di Roma. L’uomo, Simone Borgese, e’ crollato al termine di un lungo interrogatorio della polizia. All’inizio ha tentato di negare le responsabilita’, poi la confessione: “si, sono stato io. Volevo prendere l’autobus, poi ho visto quel taxi e l’ho fermato. E’ stato un raptus, non so cosa mi abbia preso in quel momento. L’ho colpita, ho scavalcato il sedile e l’ho costretta ad un rapporto orale”.

All’uomo si e’ arrivati grazie all’identikit fatto dagli specialisti della polizia in base alla descrizione fornita dalla vittima. Alla Squadra Mobile e’ quindi giunta una segnalazione di un altro tassista, che qualche settimana fa aveva trasportato Borgese nella stessa zona dove e’ avvenuta l’aggressione. L’uomo aveva tentato di non pagare la corsa, lasciando pero’ il numero di cellulare al conducente che ha quindi indirizzato gli investigatori su quella pista.

Grazie alle ricerche sulle celle telefoniche, il trentenne e’ stato cosi’ individuato e fermato in prossimita’ di via della Pineta Sacchetti. Condotto in Questura, e’ stato interrogato dagli investigatori della IV sezione della Squadra mobile. In tarda serata la confessione. L’uomo avrebbe precedenti per reati comuni (furto, minacce e violazione di domicilio), ma nessun precedente specifico riferito al brutale episodio di venerdi’ mattina nella zona di Ponte Galeria, avvenuto in una stradina di campagna dove il 30enne romano aveva chiesto di essere portato dalla tassista e dove poi ha messo in atto la violenza. (AGI)

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