Admin
New York – Undici anni dopo, i Rolling Stones. Mick Jagger, Keith Richards e il resto della band stanno per sfornare un nuovo album, registrato in soli tre giorni, in modo semi artigianale, per preservarne il nucleo sonoro: il blues. "Coming October 6", annunciano i Rolling sul loro profilo Twitter, dove infilano qualche secondo di un brano messo insieme con armonica, chitarra e batteria.
COMING OCTOBER 6 pic.twitter.com/e8IC0vVFTJ
— The Rolling Stones (@RollingStones) 3 ottobre 2016
Don Was, il loro produttore americano, ha spiegato a Le Figaro che si tratta di 'Chicago blues', un genere di blues che prese forma negli anni Quaranta a Chicago mischiando la musica tradizionale afroamericana con elementi più moderni e amplificati. "E' un disco molto autentico, crudo", ha detto. All'album, ha spiegato Was a Le Figaro, ha preso parte Eric Clapton, che ne stava registrando un altro nello studio accanto a quello degli Stones.
TOMORROW. 2PM GMT / 6AM PST / 9AM EST. pic.twitter.com/7f5TyUWIbP
— The Rolling Stones (@RollingStones) 5 ottobre 2016
L'ultimo album registrato in uno studio dagli Stones risale al 2005: "A bigger bang". L'uscita del nuovo album è prevista per dicembre. (AGI)
Roma – Un russo indefesso difensore dei diritti umani o gli artefici dell'accordo sul nucleare iraniano? La bocciatura dell'accordo di pace tra il governo colombiano e le Farc nel referendum del 2 ottobre riapre la corsa al Nobel per la Pace e tornano in gara i soliti contendenti, con alcune sorprese come Angela Merkel data per favorita dai bookmaker.Fino a domenica pomeriggio il presidente colombiano Juan Manuel Santos e il leader dei ribelli comunisti Rodrigo London, alias "Timochenko", erano i vincitori in pectore, ma il 'no' ha trasformato all'intesa del 26 settembre in carta straccia.
Cosi', secondo gli esperti, i favoriti sono ora i negoziatori che chiudendo l'accordo sul nucleare hanno di fatto disinnescato l'ordigno atomico su cui Teheran cercava di mettere le mani. In questo caso nel 'team' di vincitori ci sarebbe anche un'italiana: il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, al fianco del segretario di Stato americano, John Kerry e del collega iraniano Javad Zarif.Un programma di disarmo, del resto, era considerato ideale nelle intenzioni di Alfred Nobel, che aveva pensato il premio per la Pace proprio a questo scopo.
La candidata più 'anziana' e' la russa Svetlana Gannushkina impegnata da decenni in favore dei rifugiati, ma la crisi in Siria ha portato alla ribalta anche i volontari degli 'Elmetti bianchi'; quella in Grecia gli abitanti delle isole che accolgono i migranti e la piaga degli stupri il medico congolese Denis Mukwege. In lizza anche Nadia Murad, una yazida rapita dall'Isis e tenuta per mesi come schiava sessuale; la 'gola profonda' Edward Snowden e l'ex ministro francese Laurent Fabius per il suo ruolo nell'accordo sul clima COP21.
Tra le 376 nomination ricevute – un netto incremento rispetto alle 278 del 2014 – anche quella del candidato repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump, indicato "per la sua vigoroso ideologia che va oltre la pace". Il bookmaker inglese William Hill ha tagliato la quota da 11,00 a 8,00 per la Merkel, scelta obbligata visto che il 50% delle giocate effettuate finora, riporta Agipronews, e' andato sulla cancelliera tedesca, in corsa per il suo impegno a favore dei migranti. La Merkel e' ora a un passo da Papa Francesco, dato a 8,00, mentre in testa alla lista rimangono gli isolani greci (2,63). Il mistero sara' svelato venerdi' alle 10 ora italiana. (AGI)
(AGI) – Firenze, 5 ott. – La scuola ospedaliera dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, che opera all’interno del Policlinico Le Scotte, garantisce ai bambini e ragazzi ricoverati il diritto al gioco, allo studio, alla socializzazione, offrendo “la possibilita’ di giocare, divertirsi e lavorare in maniera adeguata alla loro eta’ e condizione di salute” secondo le indicazioni della Carta dei diritti dei bambini e delle bambine in ospedale dell’Unesco. La struttura e’ stata visitata stamani dall’assessora regionale all’istruzione Cristina Grieco, che era accompagnata dai consiglieri regionali Simone Bezzini e Stefano Scaramelli. “E’ stato un incontro importante per augurare buon anno scolastico agli alunni di questa scuola, che ha una grande storia di accoglienza di bambini con patologie importanti come lo spettro autistico – ha affermato Grieco al termine della visita -. Nei mesi scorsi avevamo preso un impegno che abbiamo mantenuto, quello di tenere pienamente funzionale quata scuola cosi’ particolare. Oggi, insieme ai consiglieri regionali, siamo venuti in visita per testimoniare che c’e’ e funziona il servizio di insegnamento e formazione, e che qui trova un’equipe di medici e insegnanti dedicati”.
Il primo obiettivo della scuola ospedaliera e’ di offrire ai degenti una costante e positiva accoglienza per attenuare il disagio dell’ospedalizzazione, offrendo loro un ambiente sereno che li aiuti ad adattarsi alla nuova situazione, e a gestire le proprie paure ed emozioni. L’intervento didattico viene proposto con differenti modalita’ in base all’eta’, al tipo di reparto e alla patologia, a piccoli gruppi o individualmente negli spazi didattici preposti, luoghi dove il bambino puo’ esprimersi secondo il proprio linguaggio, lasciando tracce e segni del proprio passaggio. Per i bambini e ragazzi costretti a letto, l’intervento delle insegnanti viene effettuato in camera. Nei casi di degenze medio-lunghe, viene svolto un lavoro di recupero scolastico in piena collaborazione con la scuola di appartenenza. “La centralita’ del bambino, non quella dei ruoli che ogni professionista puo’ ricoprire pro tempore – e’ stato il commento del consigliere Scaramelli, presidente della commissione consiliare Sanita’ e politiche sociali -, deve essere il fulcro e il motore di ogni azione di cura e formazione dei piu’ piccoli. La scuola ospedaliera delle Scotte ha tre insegnanti di professionalita’ complementari che riescono a soddisfare quell’importante istanza di formazione e socializzazione che si rende indispensabile soprattutto nei bimbi in lungo degenza”. (AGI)
.
(AGI) – Roma, 5 ott. – Lo sviluppo del metano come carburante alternativo ed ecocompatibile. Su questo puntano Fca, Iveco e Snam che hanno firmato un memorandum of understanding al Mise alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e di quello delle infrastrutture e trasporti Graziano Delrio. I tre gruppi collaboreranno attivamente per accelerare “l’ulteriore sviluppo del metano per autotrazione alternativa immediatamente disponibile e piu’ sostenibile rispetto ai carburanti tradizionali in grado di generare importanti benefici ambientali ed economici per i consumatori, le imprese e la pubblicazione amministrazione”.
Forte di una tecnologia consolidata e all’avanguardia nel mondo, l’Italia e’ il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con oltre 1 miliardo di metri cubi consumati nel 2015 e circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione. L’Italia vanta una filiera industriale del gas naturale nel settore trasporti che rappresenta un’eccellenza tecnologica e ambientale riconosciuta a livello mondiale, potendo inoltre far leva sulla rete di metanodotti piu’ estesa e accessibile d’Europa, lunga oltre 32 mila chilometri.
Il raddoppio delle stazioni di servizio a Cng (gas naturale compresso), fino a oltre 2 mila nei prossimi 10 anni in coerenza con la Direttiva Dafi in corso di recepimento, sara’ il principale fattore abilitante per il raggiungimento dell’obiettivo di crescita del parco circolante Cng fino a oltre 3 milioni di veicoli. Cio’ comportera’ un impatto diretto di circa 1,5 miliardi di euro per la tecnologia a gas naturale prodotta in Italia e oltre 1 miliardo di euro di investimento per le infrastrutture di distribuzione del metano per autotrazione a livello nazionale, con evidenti benefici anche in termini occupazionali. Per i consumatori sono attesi risparmi fino a 800 milioni di euro in 5 anni, calcolati sulla base dei prezzi del petrolio degli ultimi mesi, storicamente tra i piu’ bassi. Da un punto di vista ambientale, l’alimentazione a metano per automobili, camion e autobus consente una rilevante riduzione delle emissioni inquinanti del parco veicoli che si prevede possano essere sostituiti, stimata in un 40 per cento di CO2 (anidride carbonica) e oltre il 90 per cento di NOx (ossidi di azoto) rispetto alle alimentazioni tradizionali, con una pressoche’ totale riduzione di cio’ che maggiormente inquina le nostre citta’, ovvero il PM (particolato). Il settore del gas naturale per autotrazione vanta gia’ oggi un fatturato di 1,7 miliardi di euro l’anno e circa 20 mila addetti. E’ inoltre un’opportunita’ di creazione valore per le famiglie, imprese e pubblica amministrazione, grazie ai risparmi generati dall’utilizzo dei veicoli a gas naturale e ai tempi di realizzazione brevi, forti di una tecnologia consolidata, sicura e affidabile.
Fca persegue tra le sue linee strategiche lo sviluppo delle motorizzazioni a carburanti alternativi: e’ leader nel campo delle tecnologie Cng (gas naturale compresso), nel recente passato ha sviluppato significativamente la gamma, attualmente composta da dodici modelli, una delle piu’ complete nel panorama automobilistico.
Iveco ha acquisito un vantaggio tecnologico nelle motorizzazioni a gas naturale e sviluppato una gamma completa di veicoli sia Cng sia Lng (Liquefied Natural Gas), dal veicolo commerciale leggero Daily all’autobus urbano Urbanway, al nuovo Stralis Lng per trasporto merci a lungo raggio, lanciato sul mercato lo scorso giugno. Una conferma delle potenzialita’ del metano nei veicoli commerciali, nel trasporto pubblico e nel pubblico servizio, settori nei quali il brand e’ protagonista a livello internazionale.
Insieme, Fca e Iveco intendono sviluppare ulteriormente le loro gamme di veicoli a gas naturale, gia’ tra le piu’ complete al mondo, portando ulteriore innovazione nell’ambito di un’eccellenza tecnologica italiana presa a riferimento da numerosi Paesi stranieri e riconosciuta tale a livello mondiale, con un ruolo attivo nella promozione dell’offerta e di operazioni di marketing mirato.
Snam, quale leader europeo nella realizzazione e gestione delle infrastrutture per il mercato del gas naturale, mettera’ a disposizione la sua consolidata esperienza nel settore investendo circa 200 milioni di euro nei prossimi 5 anni per favorire lo sviluppo degli impianti per il rifornimento di Cng. Cio’ consentira’ di aumentare il numero delle attuali 1.100 stazioni di servizio a metano, di migliorare la qualita’ del servizio di erogazione agli utenti e di garantire una diffusione piu’ equilibrata delle stazioni nelle diverse regioni del Paese, secondo modalita’ e priorita’ di sviluppo sinergiche con l’evoluzione del parco circolante dei veicoli leggeri e pesanti. (AGI)
.
Il 3 Marzo 2016 Nintendo presentò a sorpresa un nuovo capitolo della serie Paper Mario in un suo Nintendo Direct. Nonostante lo stupore la gioia fu immensa per tutti i fan nonostante diverse critiche per l’apparente mancanza di elementi RPG come accadde in Paper Mario: Sticker Star. Quarto capitolo principale della serie (sesto, se consideriamo gli spin off Super Paper Mario e Mario & Luigi Paper Jam Bros), Paper Mario: Color Splash si è mostrato pieno di meccaniche inusuali, tutte votate all’uso della vernice e del colore, facendo l’occhiolino all’enorme successo ottenuto da Splatoon. Ma sarà davvero un successore del tanto criticato Sticker Star, oppure Nintendo avrà imparato dai suoi errori dando al pubblico ciò che voleva?
Un mondo in bianco e nero
La storia parte con Paper Peach che riceve una lettera dalla misteriosa Isola Prisma. Tale lettera però si rivela essere un Toad in bianco e nero, tutto spiegazzato, e in preda al panico e alla preoccupazione. Peach lo porta a Paper Mario, il quale non si sottrae certo a una nuova avventura per scoprire le cause di tale sciagura. Si parte per l’Isola Prisma quindi, dove il nostro eroe noterà diversi oggetti e chiazze di muri e terreno totalmente privi di colore.
Avvicinatosi a una misteriosa fontana nella piazza principale del porto totalmente prosciugata, incontrerà la sua nuova spalla: un secchio di vernice parlante e volante di nome Tinto. Costui spiegherà tutto a Mario, che verrà dunque edotto sull’esistenza delle Vernistelle colorate che rendevano la fontana un tripudio di colore brillante e infinito. Tali Vernistelle sono scomparse nel nulla, e un esercito di Tipi Timidi armati di cannucce sta succhiando via tutto il colore da ogni cosa. Sta a Mario risolvere la situazione, utilizzando il potere del colore che Tinto inserisce nel suo martello per ricolorare il mondo attorno a lui e i poveri Toad che in questo modo torneranno letteralmente in vita.
Colori a non finire
In effetti Paper Mario: Color Splash è un’evoluzione del gameplay già visto su Sticker Star. Fortunatamente i principali difetti del titolo 3DS sono stati appianati, dando vita a un ottimo connubio che, nonostante non sia un RPG nudo e crudo, non mancherà di accontentare tutti.
Partiamo dal fulcro principale: la battaglia. Quando incontreremo un nemico sulla nostra strada e saremo costretti a combatterlo, ci ritroveremo in una schermata molto simile a quella a cui siamo già abituati dai precedenti capitoli, con un combattimento a turni nel quale potremo prenderci tutto il tempo necessario per pensare alla nostra strategia. Questa volta però, al posto di una scelta delle mosse tramite un menù formato da blocchi “?”, avremo a disposizione un numero limitato di carte visibile sul Wii U Gamepad. Ogni carta corrisponde a un tipo di attacco diverso (salti, martellate, ecc) da effettuare con i soliti minigiochi quicktime events che hanno reso la serie famosa.
Tra un grosso quantitativo di attacchi che necessitano la pressione dei pulsanti al giusto momento, troviamo una differenziazione tra carte colorate e carte in bianco e nero: quelle colorate infliggono più danni del normale, mentre quelle in bianco e nero possono essere usate così come sono oppure colorate utilizzando un po’ della limitata vernice a nostra disposizione (visibile tramite tre barre dei colori primari nella parte alta a sinistra dello schermo). Sarà nostra strategia decidere se utilizzare il colore in battaglia a sproposito o meno, col rischio di restare senza in situazioni delicate come quelle degli enigmi ambientali che il gioco di metterà di fronte. Niente paura però: non solo il colore può essere ripristinato colpendo con il martello alcuni oggetti da cui “strizzare” vernice, ma sconfiggere nemici ci farà guadagnare, a volte, delle icone a forma di martello che dopo un certo quantitativo aumenteranno il limite di colore da noi trasportabile.
In ogni caso la varietà dell’azione non si limita alle semplici carte con attacchi più o meno avanzati: sono presenti anche le Carte Nemico (lasciate cadere a caso dai nemici sconfitti) che evocheranno quel personaggio in qualità di alleato durante la battaglia corrente, infliggendo danni agli avversari ogni turno e proteggendo Mario dai loro assalti, almeno fino a quando non finirà i suoi Punti Vita, e infine le Carte Oggetto, vere e proprie evocazioni di oggetti provenienti dal mondo reale (come un estintore) che genereranno un singolo, devastante attacco.
Battaglie a parte, il mondo di Paper Mario: Color Splash è del tutto magico e immersivo. Tutto attorno a noi è composto di carta, cartoncino, scatole di cartone e quant’altro, al punto che Nintendo ha studiato per mesi tutti i vari tipi di carta possibili e immaginabili e li ha trasposti nel suo gioco, con tanto di modalità di assorbimento della vernice, per un effetto realistico in un contesto fantasioso e colorato. In questa ambientazione fantastica non avremo una libertà open-world ma una suddivisione per livelli su di una mappa old-style alla Super Mario Bros.3, che ci permetterà di scegliere la prossima destinazione, di tenere conto di quante Vernistelle abbiamo ottenuto in uno stage e di quanta percentuale di colore abbiamo ripristinato all’ambiente.
Ogni livello è incredibilmente caratterizzato con una forte personalità: partendo dai nemici che da semplici macchiette si trasformano in entità con una volontà propria e che ci faranno morire dal ridere grazie a dialoghi assurdi e pieni di citazioni, passando per moltissimi enigmi ambientali interessanti che richiederanno colore a frotte (da risparmiare quindi nelle fasi di battaglia), e con ancora svariati oggetti del mondo reale, per terminare con una speciale forbice per “ritagliare” pezzi di ambientazione. Con quest’ultimo trick potremo far entrare Paper Mario nella sezione vuota e dargli la possibilità di raggiungere luoghi prima inarrivabili tramite una improbabile sezione platform.
Piattezza non vuol dire bruttezza
Paper Mario: Color Splash raggiunge la vetta tecnica della serie del nostro Mario piatto. Graficamente è una gioia per gli occhi: ogni singolo dettaglio trabocca personalità, ogni singolo oggetto o parte di ambiente è creato con cura e con un tipo di carta differente. Ovunque si posino i nostri occhi si genererà un sorriso, che si trasformerà in risata durante i buffissimi dialoghi e le situazioni strampalate che si verranno a creare, possibili solamente con un’ambientazione di questo tipo.
Naturalmente come impone la tradizione non è presente doppiaggio, tuttavia la sua mancanza non si fa sentire grazie alla profonda caratterizzazione insita in ogni cosa che ci circonda. Addirittura il sistema dei punti vita, un tempo mero numero su schermo, su Color Splash è rappresentato dal colore su carta dei nostri nemici, che diventeranno in bianco e nero man mano che verranno feriti. L’avventura dura parecchio tempo e vi ritroverete per qualche decina di ore a scoprire i dettagli di un mondo tutto nuovo all’interno di una storia simpatica e che mantiene sempre alto l’interesse. Se poi siete completisti, ottenere il 100% di ogni livello sarà un obbligo e vi terrà impegnati ancora più a lungo.
In conclusione
Paper Mario: Color Splash è il perfetto esempio di come Nintendo abbia sempre idee ben chiare e non torni sui propri passi dopo essersi discostata da un determinato genere, ma anche di come nel frattempo ascolti i feedback e i consigli dei propri utenti. Il gioco non torna a essere infatti un classico gioco di ruolo come quelli visti su Nintendo 64 o Nintendo Gamecube, tuttavia prende i difetti riscontrati in Sticker Star e li evolve per affrontare un sistema tutto nuovo, pieno di enigmi simpatici basati sul colore e sulla bidimensionalità, e arricchendo il tutto con una sana dose di divertimento. Se il trailer, al tempo dell’annuncio, aveva fatto mormorare malelingue alla stregua di Metroid Federation Force, gioco alla mano possiamo tranquillamente promuoverlo e consigliarlo a ogni possessore di Nintendo Wii U. Soprattutto dopo una pubblicità che ha mostrato settimanalmente gli episodi delle avventure di una squadra di Super Sentai formata dai Toad.
Roma – La Corte costituzionale ha dichiarato "non fondata" la questione di legittimità sollevata, dalla Corte d'appello di Palermo, nell'ambito di una causa civile intentata da una donna che chiedeva di poter mantenere legami con i figli nati dalla sua ex partner.
"Non sussiste il vuoto di tutela dell'interesse del minore presupposto dal giudice rimettente", rileva la Corte Costituzionale, spiegando perché ha dichiarato "non fondata" la questione di legittimità sull'articolo del codice civile che regola i provvedimenti riguardanti i figli, sollevati nell'ambito di una causa che vede contrapposte due donne, un tempo legate da un relazione sentimentale di coppia, in relazione al rapporto con i figli nati da una delle due con fecondazione eterologa. "L'interruzione ingiustificata, da parte di uno o di entrambi i genitori, in contrasto con l'interesse del minore, di un rapporto significativo da quest'ultimo instaurato e intrattenuto con soggetti che non siano parenti è, infatti, riconducibile alla ipotesi di condotta del genitore 'comunque pregiudizievole al figlio', in relazione alla quale l'art. 333 dello stesso codice già consente al giudice di adottare 'i provvedimenti convenienti' nel caso concreto", spiega la Corte in una nota. (AGI)
Milano – Tradita dalle due fidatissime governanti sudamericane che le hanno sottratto gioielli per un valore di due milioni di euro. Brutto colpo per la 93enne musa del cinema, Valentina Cortese, derubata dei monili – anelli, bracciali, orecchini, parure con diamanti, molti dei quali firmati da case di alta gioielleria – accumulati durante tutta una vita.
Valentina Cortese nel film "Lydia contro tutte"
La squadra mobile di Milano ha arrestato entrambe le cameriere: si tratta di una 59enne salvadoregna in servizio da trent'anni a casa Cortese e di una peruviana di 44 anni che da 15 lavorava e dormiva nel lussuoso appartamento dell'attrice in centro a Milano. Gli investigatori hanno trovato nell'abitazione di una delle donne una copia delle chiavi della cassaforte dove venivano custoditi i monili. Nessuna traccia del bottino.
Il furto e' stato scoperto i primi di maggio quando l'attrice – musa, tra gli altri, di Giorgio Strehler, Franco Zeffirelli, e Federico Fellini – ha chiesto alle governanti di vedere i suoi gioielli, conservati in una grande cassaforte in camera da letto. Come ben sapevano le due donne, persone di fiducia, il forziere si apriva con una chiave tenuta in un'altra cassaforte in casa e una combinazione. Le governanti hanno aperto la cassaforte e riferito alla Cortese che la collezione era sparita. Da li' sono partite le indagini che hanno portato al doppio arresto. Gli inquirenti ritengono che il furto sia stato commesso durante i giorni di Pasqua. (AGI)
di Francesco Russo
Roma – Il vecchio adagio giornalistico secondo il quale una smentita è una notizia data due volte sembra valere anche per gli investitori. Soprattutto se la smentita arriva da un'istituzione, come la Banca Centrale Europea, che tende a non commentare le sporadiche indiscrezioni che filtrano dalle stanze dell'Eurotower.
Martedì pomeriggio, invece, la soffiata giunta a Bloomberg, secondo la quale la Bce starebbe già preparando l'uscita dal 'quantitative easing, è stata seguita a stretto giro da un Tweet di Michale Steen, il capo dell'ufficio di comunicazione di Francoforte, che la definiva infondata. Fonti ben informate avevano rivelato all'agenzia stampa americana che nel direttivo della Bce ci sarebbe un "accordo di base" per ridurre, al momento opportuno, di 10 miliardi al mese l'ammontare delle operazioni di acquisto di titoli previste dal programma, che al momento procede al ritmo di 80 miliardi di euro di bond comprati mensilmente.
"Il Consiglio dei Governatori non ha discusso questi argomenti, come il presidente della Bce, Mario Draghi, ha affermato durante l'ultima conferenza stampa e l'audizione al Parlamento Europeo", recitava il 'cinguettiò di Steen. Non solo, Draghi non ha mai smesso di ricordare che la politica monetaria europea resterà a lungo "molto accomodante" e che il 'Qè potrebbe essere, se necessario, esteso ben oltre il limite provvisorio del marzo 2017. Sui mercati, nel frattempo, si era già però diffuso il nervosismo, come se non bastasse l'irritazione per una Federal Reserve i cui vertici continuano ad affermare tutto e il contrario di tutto in merito alla data del prossimo rialzo dei tassi.
– I 'CAPRICCI' DELLE BORSE Alla luce dei ribassi incassati ieri da Wall Street e oggi dalle piazze europee (con la significativa eccezione dei titoli bancari), tra gli analisti finanziari si ricomicia già a parlare di 'taper tantrum', ovvero 'capricci da restrizione'. 'Tapering' fu infatti il termine utilizzato dall'allora presidente della banca centrale americana, Ben Bernanke, quando, il 19 giugno 2013, annunciò la progressiva riduzione degli acquisti di titoli nell'ambito del programma 'Qe3'. Nei tre giorni successivi all'annuncio, le borse bruciarono il 4,3% della loro capitalizzazione. Duro tornare alla realtà per un mercato drogato da anni di liquidità facile.
– 'QE': TRA FED E BCE UNA DIFFERENZA FONDAMENTALE Scagliarsi, come fanno alcuni commentatori, contro la speculazione che tiene in ostaggio le borse, complicando la normalizzazione della politica monetaria, è in parte corretto se si parla del 'QE' della Fed ma non a proposito del 'QE' della Bce. Se è comune a entrambi gli istituti l'obiettivo di riportare il tasso inflazione vicino al 2%, tra il piano di allentamento monetario di Washington e quello di Francoforte sussiste una differenza fondamentale. La priorità di Bernanke era stata ripulire il circuito bancario dall'enorme massa di titoli tossici che avevano causato la crisi finanziaria del 2008. Attraverso ben tre piani di 'quantitative easing' consecutivi, la Fed incamerò, oltre ai buoni del Tesoro, obbligazioni garantite da mutui e altri prodotti derivati per centinaia di miliardi di dollari. La Bce ha invece solo di recente iniziato l'acquisto di titoli di debito privati (nello specifico, covered bond e asset-backed securities) ma la stragrande maggioranza delle attività acquistate dall'Eurotower è composta da buoni del Tesoro dei Paesi dell'Eurozona. L'obiettivo principale di Draghi era infatti allentare le tensioni intorno al debito sovrano dei membri più vulnerabili dell'unione monetaria.
– TORNANO LE FIBRILLAZIONI SULLO SPREAD In estrema sintesi, la prospettiva di una riduzione del 'quantitative easing' ha avuto tre effetti sui mercati: flessione dei prezzi delle azioni (bancari esclusi), rafforzamento dell'euro e divaricamento dello spread. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund si è riavvicinato stamane a quota 140 punti, segno che i mercati, più che la fine del 'denaro facile', temono che Paesi come Italia, Spagna e Portogallo tornino nel mirino degli speculatori. Certo, il cosiddetto 'Club Med' resterebbe comunque al riparo da shock grazie all'ormai dimenticato (ma sempre in arsenale) piano 'Omt' (ovvero 'Outright Monetary Transactions'), l'acquisto di titoli di paesi indebitati condizionato al varo di riforme. Va inoltre ricordato che il 'tapering' non scatterebbe senza uno stabile rialzo dell'inflazione, che avrebbe effetti positivi sui Paesi con deficit elevati in quanto ridurrebbe il valore del debito in termini reali. Con la deflazione invece avviene il contrario: il valore del debito aumenta e diventa più complicato rispettare gli obiettivi di consolidamento fiscale.
– L'EURO FORTE NON PIACE AGLI ESPORTATORI Analizzando l'andamento dei titoli sulle borse europee, emerge un quadro molto evidente: i titoli bancari (che sarebbero favoriti da una stretta monetaria) avanzano e quasi tutti gli altri arretrano, in particolare quelli delle imprese esportatrici. Un euro forte mina infatti la competitività dei beni prodotti in Europa rispetto alla concorrenza. Il meccanismo è semplice: aumentando la quantita di valuta in circolazione, il suo valore si deprezza sulla base della legge della domanda e dell'offerta. Per questo, dopo le turbolenze iniziali, la 'Brexit' ha messo le ali alla borsa di Londra: con una sterlina che affonda, il 'made in England' costa meno e i produttori britannici aumentano l'export.
– BRINDANO SOLO LE BANCHE Come si è detto, in borsa i titoli delle banche stanno viaggiando in controtendenza, ovvero in rialzo a differenza degli altri settori. Sebbene i tassi sui depositi restino negativi, la prospettiva di una stretta monetaria è salutata con favore dagli istituti di credito, i cui margini di guadagno sono stati compressi dall'allentamento monetario di Francoforte, che ha sostenuto le banche non attraverso il 'Qè (come ha fatto invece la Fed, seppure in maniera indiretta) bensì attraverso le 'Tltro' (Targeted longer-term refinancing operations), finanziamenti a costo bassissimo finalizzati all'erogazione di prestiti all'economia reale.
– DIETRO I RUMOR LE (PROBABILI) PRESSIONI DI BERLINO E' assai plausibile che le indiscrezioni di ieri tradiscano un pressing dei portabandiera dell'austerità, come la Germania e l'Olanda, perché Draghi inizi a scaricare il 'bazooka' del 'QE' il prima possibile. A soffrire di più l'attuale politica della Bce sono, come è noto, le banche tedesche, abituate a offrire ai clienti rendimenti molto interessanti. Rischia quindi di riproporsi la frattura tra 'falchì e 'colombe' a causa della quale la Bce lanciò il 'Qe' con notevole ritardo rispetto a Usa, Giappone e Regno Unito (e con il voto contrario del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann). Anche in questo caso, non vanno sottovalutati gli equilibri politici interni agli Stati membri. Afd, il partito nazionalista che in Germania sta strappando consensi alla Cdu, non fa infatti leva solo sulla paura dell'immigrazione ma anche sulla retorica del denaro dei contribuenti tedeschi regalato agli inoperosi mediterranei. La realtà è assai diversa: la Germania è il primo beneficiario del 'QE' e a farsi carico degli acquisti (e dei relativi rischi) sono, di fatto, soprattutto le banche centrali nazionali. Eppure fu lo stesso ministro delle Finanze teutonico, Wolfgang Schaeuble, ad accusare Draghi responsabile del successo di Afd alle urne. Ancora una volta la politica monetaria, che ragiona su tempi lunghi, si scontra con i ritmi ben più frenetici delle elezioni. (AGI)
Washington – "Le autorità italiane hanno adottato una strategia su più fronti per rafforzare il sistema bancario italiano" ma potrebbe rivelarsi insufficiente per risolvere il nodo dei crediti deteriorati e mettere al sicuro in settore del credito. Lo sostiene il Fondo monetario internazionale nel Global Financial Stability Report, sollecitando una valutazione degli asset anche sulle banche più piccole, non soggette agli stress test della Banca centrale europea nonché "il monitoraggio dei target di riduzione dei crediti non performanti nel medio termine per verificare che vengano effettivamente centrati e l'estensione delle riforme sull'insolvenza ai crediti deteriorati esistenti e nuovi".
Gli sforzi di Roma "per facilitare il rilancio del credito e l'acquisto di crediti deteriorati potrebbe non bastare a ridurli a sufficienza o alla velocità necessaria per rafforzare il sistema bancario", si insiste nel documento, ricordando i provvedimenti messi in campo dall'Italia per migliorare l'efficienza e la velocità delle procedure di insolvenza, la garanzia pubblica su tranche senior di crediti in sofferenza cartolarizzati, la riforma del regime fiscale per le perdite legate ai prestiti e il fondo Atlante, "sostenuto politicamente dal governo ma finanziato e gestito da privati". Positivo il giudizio degli esperti del Fondo sulla riforma delle del credito cooperativo in corso in Italia anche se "ulteriori misure strutturali sono necessarie supportare la sostenibilità delle banche".
L'Italia dovrebbe estendere la valutazione sulla qualità degli asset anche alle banche piccole, quelle non soggette agli stress test della Bce, ha detto Matthew Jones del dipartimento Affari monetari e dei capitali del Fondo monetario internazionale. "Abbiamo avuto i risultati della revisione dell''asset quality' delle grandi banche ed è stato utile in termini di incoraggiamento nell'affrontare il problema" degli asset non performanti, ha osservato Jones. Per questo motivo, "la revisione dell''asset quality' dovrebbe essere estesa anche agli istituti di credito più piccoli per i quali sono disponibili meno informazioni e c'è maggiore incertezza sulla qualità dei loro asset", ha rimarcato Jones indicando come il sistema bancario italiano sia alle prese con una serie di sfide, in primo luogo "l'alto livello dei crediti non performanti" e la bassa redditività.
In Italia "occorre gestire gli ammanchi di capitale delle banche deboli per assicurare stabilità al sistema e sostenere l'economia". Dopo che gli stress test hanno identificato "significative debolezze" in Mps, l'istituto senese ha "immediatamente annunciato un piano totalmente privato per muovere 27,7 miliardi di euro di crediti non performanti lordi, o più di 10 miliardi di euro di crediti non performanti netti, fuori dal suo bilancio" contribuendo così a ridurre "notevolmente la debolezza del bilancio stesso", osserva l'Fmi ricordando l'aumento di capitale da 5 miliardi che Mps ha pianificato. "Affrontare le sfide delle banche deboli – rimarcano gli economisti di Washington – è importante per ridurre la pressione sul settore bancario in modo più generalizzato".
Sono aumentati i rischi di medio termine per la stabilità finanziaria: "I rischi di breve termine sono diminuti", ha affermato il vice direttore del dipartimento Mercati monetari e dei capitali dell'Fmi, Peter Dattels, presentando il documento. Rispetto a sei mesi fa, la debole crescita delle economie avanzate è stata mitigata con politiche monetarie accomodanti mentre i prezzi delle commodity sono risaliti rispetto ai minimi di inizio anno. Si sono inoltre attenuate le preoccupazioni sul rallentamento dell'economia cinese mentre lo shock della Brexit è stato digerito dai mercati ed è ora diventato un problema più locale che globale.
"Ma nel medio termine i rischi stanno salendo perché stiamo entrando in una nuova era di sfida", ha avvertito Dattels segnalando, in particolare, le spinte populiste alimentate dalla bassa crescita e dall'aumento delle diseguaglianze, le eredità della crisi e l'eccessiva dipendenza dalla leva monetaria. "La stabilità finanziaria dipenderà da quanto le istituzioni finanziarie sapranno adattarsi a questa nuova era di bassa crescita e bassi tassi d'interesse – si rimarca nel rapporto – in un contesto di mercati e regolamentazione in evoluzione".
"Nell'area euro l'eccesso di prestiti non performanti e i problemi di redditività (delle banche) impongono misure urgenti ed esaustive". "Ridurre i crediti deteriorati e gestire gli ammanchi di capitale delle banche deboli è una priorità", insiste l'Fmi sollecitando misure per accelerare il recupero di asset e facilitare le procedure di insolvenza. Per l'Eurozona, "l'impatto netto sui capitali della cessione di crediti deteriorati oscillerebbe tra una perdita di circa 80 miliardi di euro ad un guadagno di circa 60 miliardi di euro grazie a queste riforme", stimano gli economisti del Fondo. Ma ripulire i bilanci delle banche con la cessione dei crediti deteriorati sarebbe oneroso senza un aumento strutturale della redditività. L'analisi evidenzia come un terzo del sistema bancario europeo, "che rappresenta circa 8,5 trilioni di dollari in asset" rimarrebbe debole e incapace di generare profitti pur in presenza di una ripresa ciclica "che – dice l'Fmi – aiuterebbe ma non sarebbe sufficiente". (AGI)
Bologna – Migliorare la vita dei pazienti oncologici e ridurre l'impatto negativo che puo' essere causato dall'isolamento socio-sensoriale: e' l'obiettivo di "The Look of Life", il progetto di realta' virtuale creato da fondazione ANT, non profit per l'assistenza specialistica e domiciliare gratuita ai malati di tumore, e dall'associazione culturale Menomale in collaborazione con il Centro di ricerca HIT (Human Inspired Tecnology Reasearch Centre) dell'universita' di Padova. Il progetto punta a valutare l'esito clinico e l'utilizzo a domicilio di una tecnologia innovativa con visori "Gear Vr" che permettono la fruizione di video immersivi a 360 gradi: diversi studi, spiegano i creatori dell'iniziativa, ne hanno dimostrato le potenzialita' nell'alleviare e migliorare alcune particolari condizioni cliniche e psicologiche legate a patologie oncologiche o ad altre malattie invalidanti.
Un team di psicologi andra' nelle case dei pazienti in assistenza, insieme a personale della fondazione ANT, per valutare gli effetti di questa tecnologia innovativa. Ai pazienti verranno proposti, quindi, video tridimensionali alcuni creati ad hoc da DEYE VR, partner multimediale del progetto. Secondo gli ideatori del progetto le esperienze proposte (alcune anche personalizzate in base ai desideri del malato) hanno la potenzialita' di risvegliare l'attenzione dei pazienti attraverso emozioni come la meraviglia o la gioia che spesso la malattia rischia di allontanare dalla quotidianita'. Allo studio scientifico sugli effetti dell'applicazione della tecnologia ai pazienti seguira' la creazione di un portale aperto anche a chi soffre di patologie non oncologiche ma ugualmente invalidanti. Intanto l'anteprima del progetto, con una sperimentazione diretta delle tecnologie, e' prevista sabato prossimo a Bologna a Palazzo Pepoli Campogrande. "Per gestire efficacemente la malattia – ha spiegato il presidente della Fondazione ANT, Raffaella Pannuti – non ci si puo' limitare a considerare solo i fenomeni patologici che si stanno verificando nel corpo del paziente ma e' indispensabile capire quale rappresentazione cognitiva-emotiva i pazienti abbiano costruito dei sintomi della malattia oncologica, tra cui il dolore stesso". (AGI)